L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha avviato un provvedimento (n. 29654) relativo alla segnalazione fatta il 22 settembre 2020, da parte di un titolare di farmacia, in merito a presunte condotte anticoncorrenziali messe in atto nei suoi confronti da Sofar, società che produce e commercializza prodotti farmaceutici, dispositivi medici e integratori nutrizionali. La segnalazione riguarda l’integratore alimentare probiotico Enterolactis Plus 30 cps. «In particolare – si legge nel bollettino dell’Autorità granate del 24 maggio 2021 – come risulta dalla documentazione allegata alla segnalazione, a seguito dell’avvio della commercializzazione dell’integratore tramite la piattaforma Amazon nel gennaio 2020, il farmacista segnalante veniva ripetutamente invitato da Sofar ad allineare il prezzo a quello raccomandato dalla società. Stante il mancato adeguamento, la farmacia ha subito ritardi e blocchi nelle consegne dell’integratore, giustificati dalla società con problematiche legate all’emergenza pandemica benché, come osservato dal segnalante, le consegne alla farmacia di altri prodotti Sofar risultassero regolari, come pure le consegne dell’integratore ad altre farmacie situate nella medesima zona».

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L’invito di Sofar a non svilire il prodotto

La controversia è proseguita con altri fatti, puntualmente riportati nel bollettino del Garante: a giugno 2020 il farmacista è stato contattato dal Chief executive officer (Ceo) di Sofar, il quale – secondo quanto evidenziato nei passaggi dell’antitrust – evidenziava che la commercializzazione dell’integratore tramite Amazon da parte della farmacia fosse stata avviata senza informare la società, che invece riserva tale canale di vendita a se stessa e solo ad alcuni dei propri distributori. Come riferisce il bollettino, il Ceo «stigmatizzava che il segnalante avesse posto in essere una serie di iniziative di marketing molto aggressive, organizzate in modo sistematico, chiaramente lesive dell’immagine di Sofar e svilenti Enterolactis, sia come prodotto sia come marchio, e che possono essere qualificate come atti di concorrenza sleale (tali iniziative consistono in periodici abbassamenti sulla piattaforma Amazon del prezzo del prodotto rispetto a quello consigliato). Infine, l’azienda minacciava l’interruzione del rapporto commerciale qualora la farmacia non si fosse allineata all’obiettivo dell’azienda di “elevare il prodotto per come merita”». In risposta, la farmacia ha ribadito la propria libertà di avvalersi di tutti i canali di vendita e di stabilire il prezzo in modo autonomo. Il 15 giugno 2020 Sofar ha disdetto il contratto di fornitura.

Il Garante avvia un’istruttoria per verificare eventuali violazioni di Sofar

Dopo aver esaminato la segnalazione, l’Autorità garante ha stabilito l’avvio dell’istruttoria nei confronti di Sofar per accertare l’esistenza di violazioni dell’articolo 101 del Tfue. «Gli elementi agli atti – si legge nel bollettino – inducono a ritenere che la società Sofar possa aver adottato, quantomeno a partire dal 2020, condizioni commerciali nei rapporti con i propri distributori online suscettibili di costituire intese verticali in violazione dell’articolo 101 del Tfue, in quanto idonee a restringere la concorrenza fra i distributori sul prezzo e a limitare ingiustificatamente le vendite effettuate tramite Internet, ostacolando in tal modo lo sviluppo concorrenziale di tale canale distributivo». La conclusione del procedimento è prevista entro il 30 giugno 2022.

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