Dopo l’approvazione in V commissione Bilancio della Camera del subemendamento 41.029.7, presentato dal primo firmatario Giorgio Trizzino, deputato del M5S, al disegno di legge di Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021, che stabilisce che le società che gestiscono farmacie devono essere costituite con almeno il 51% di soci farmacisti, sono giunti i commenti dagli esponenti della categoria, a partire dall’On. Marcello Gemmato, farmacista e deputato iscritto al gruppo parlamentare Fratelli D’Italia, cofirmatario del subemendamento, Marco Cossolo, presidente di Federfarma nazionale, Eugenio Leopardi, presidente Utifar e Maurizio Cini, presidente Asfi.
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«Ho cofirmato e sostenuto con estrema convinzione il subemendamento alla Legge di Bilancio, approvato in V Commissione alla Camera dei Deputati, che determina un limite rilevante all’ingresso delle società di capitali nella titolarità delle farmacie», ha dichiarato l’On. Gemmato, a margine dell’approvazione del subemendamento al DL Bilancio. Secondo il parlamentare «è una norma che garantisce la presenza, e quindi la competenza in materia, di professionisti della farmacia nei meccanismi di gestione delle società farmaceutiche, ripone il farmacista come centrale nella filiera della dispensazione del farmaco, allontana le ombre della possibilità di ingresso di capitali di dubbia provenienza in quello che è uno dei comparti trainanti della nostra economia».
Marco Cossolo, presidente Federfarma, intervenuto alla presentazione del Bilancio sociale delle farmacie italiane, promosso da Utifar, ha sottolineato l’importanza di una visione della farmacia come «presidio sociale ma soprattutto sanitario», nonostante l’effettiva necessità di salvaguardare la propria redditività al fine di essere in grado di eseguire le prestazioni richieste. In tal senso, se il subemendamento dovesse proseguire l’iter parlamentare, il dirigente si è detto convinto che «non vi sarebbe alcuna catastrofe occupazionale», così come paventata dai soggetti interessati, e che «le farmacie riuscirebbero a mantenere i livelli occupazionali di sempre».
L’Utifar, Unione tecnica italiana farmacisti, in persona del presidente, Eugenio Leopardi, ha «espresso soddisfazione per l’approvazione da parte della V Commissione Bilancio della Camera dei Deputati dell’emendamento riguardante la previsione che almeno il 51% del capitale sociale delle farmacie sia in seno ad un farmacista iscritto all’Ordine professionale». Il dirigente ha sottolineato che «a noi di Utifar interessa maggiormente è il ritorno alla centralità della professione nella gestione delle farmacie». In tal senso, Leopardi ha ricordato che «il fatto che nel capitale sociale delle farmacie non prevalgano soggetti economici, per definizione interessati più al profitto che alla tutela della salute del cittadino, bensì un farmacista iscritto all’Ordine e soggetto alle norme deontologiche che regolano la professione, è garanzia per una gestione imprenditoriale rivolta alla salute e alla prevenzione».
Anche Maurizio Cini, presidente dell’Asfi, Associazione scientifica farmacisti italiani, ha commentato l’approvazione del subemendamento, definendola come una «buona notizia» e che tale direzione «sarebbe un grande successo dopo il “disastro” della legge “concorrenza”». Il dirigente, nei giorni precedenti all’approvazione del Ddl Concorrenza, aveva sottolineato diverse perplessità, potendo portare un oligopolio e a contenziosi sul fronte del decentramento delle farmacie.
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