In un intervento alla Camera, il deputato del gruppo Fratelli d’Italia Marcello Gemmato è tornato sulla questione dell’emendamento al testo della legge di Bilancio che richiedeva alle società titolari di farmacia che il 51% del capitale di gestione fosse rappresentato da farmacisti iscritti all’Albo professionale. Esso, come riferito ai propri lettori da FarmaciaVirtuale.it, è stato tuttavia eliminato, suscitando la reazione dei rappresentanti della categoria. La Fofi in particolare aveva spiegato che «le norme previste dalla legge sulla Concorrenza del 2017, che prevedono la possibilità per ciascuna società di capitali di possedere fino al 20% delle farmacie presenti a livello regionale (ovvero che 5 società possano giungere a controllare tutte le 20.000 farmacie italiane), non possono che aprire la strada alla creazione di oligopoli, con una forte prevalenza degli obiettivi di profitto e di mercato e con conseguenze negative per la qualità del servizio reso alla popolazione. In questo senso, l’emendamento che prevede la maggioranza della componente professionale all’interno delle società che possiedono farmacie può rappresentare un importante correttivo».
[Se non vuoi perdere tutte le novità iscriviti gratis alla newsletter di FarmaciaVirtuale.it. Arriva nella tua casella email alle 7 del mattino. Apri questo link]
Gemmato ha ricordato in questo senso che la richiesta di modifica «era stata dichiarata ammissibile, la maggioranza aveva dato parere favorevole ed era stata approvata in commissione. Il giorno dopo, all’apertura della seduta, il presidente della Camera Fico ha però espunto dal testo in esame l’emendamento in quanto contenente disposizioni di carattere ordinamentale (ovvero che non hanno incidenza sulle entrate e le uscite dello Stato, ndr) e quindi estranee alla legge di Bilancio. Però più del 30% dei provvedimenti di tale norma potrebbe essere considerato ordinamentale».
Perciò secondo il deputato «va salvata la volontà politica di quella commissione, che evidentemente considera la legge 124 del 2017, che apre all’ingresso delle società di capitali in farmacia, venefica. L’arrivo delle catene e, peggio ancora, i rischi di infiltrazioni della malavita meritano un intervento della politica». Il parlamentare ha quindi concluso il proprio intervento lanciando «un appello alla maggioranza affinché ponga mano alla questione e salvi quella volontà politica. Il mio gruppo ci sarà e sarà a supporto della maggioranza, conscio del fatto che difendere la farmacia oggi significa difendere il diritto alla salute del popolo italiano».
Non perdere gli aggiornamenti sul mondo della farmacia
Riceverai le novità sui principali fatti di attualità.
Puoi annullare l'iscrizione con un click. Non condivideremo mai il tuo indirizzo email con terzi.