
Va notato che, in Francia, solamente il sindacato rivendica tale tipo di provvedimento. E con alcuni paletti: secondo l’UNPF, infatti, le nuove regole dovrebbero dissociare la maggioranza in termini di capitale da quella in termini di diritti di voto, sulla base di una revisione piuttosto corposa del diritto societario transalpino. In questo modo si potrebbe consentire ai farmacisti titolari di mantenere il controllo decisionale sui propri esercizi, senza per questo chiudere le porte a potenziali nuovi investitori interessati al business, che potrebbero in ogni caso detenere la quota maggioritaria del capitale.
Un secondo obiettivo del sindacato è quello di facilitare l’ingesso e l’uscita dei farmacisti in seno ai grandi gruppi esistenti. Inoltre, l’UNPF punta alla creazione di un fondo d’investimenti che potrebbe permettere, da una parte, a dei farmacisti “finanziatori” di investire in esercizi esistenti; dall’altra di aiutare i giovani ad aprirne di nuovi. «Ciò permetterebbe – hanno spiegato i sindacalisti – di essere meno dipendenti dal sistema bancario. Di fatto, i farmacisti investitori potrebbero assicurare un ruolo di “difesa finanziaria” della professione, in un settore che conoscono tra l’altro alla perfezione». Infine, l’UNPF chiede anche una revisione del trattamento fiscale dei professionisti del settore, con l’obiettivo di facilitare le fusioni e le successioni universali di patrimonio.
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