scuole specializzazione area sanitariaLa Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) ha approvato una mozione, il 17 marzo 2016, riguardante le scuole di specializzazione in area sanitaria. L’organismo, dopo aver preso atto che il decreto ministeriale 68 del 2015 prevede un riordino delle scuole, ha ricordato una sentenza del Consiglio di Stato (del 2013) che obbligava le università del Veneto, Friuli, Emilia Romagna, Marche e Trentino a riaprire i bandi per le scuole di specializzazione, bloccati da oltre cinque anni, per i laureati non medici, nonché il fatto che i bandi per le scuole di specializzazione per i laureati non medici sono ormai bloccati in tutto il Paese da ormai due anni.
La CRUI ha poi sottolineato che i ricorsi presentati da ormai parecchio tempo non hanno mai avuto conclusione positiva per i ricorrenti, ma anzi i tribunali li hanno sin ad oggi rigettati sulla base della normativa vigente che obbliga a conferire il trattamento economico ai soli laureati in medicina e chirurgia: «Per effetto del blocco dei bandi ormai migliaia di laureati magistrali sono stati posti nella condizione di non poter entrare nei percorsi di formazione specialistica, con ciò ledendo un fondamentale diritto costituzionale. Di fronte a tale scenario, non possiamo esimerci dall’esprimere la nostra più viva preoccupazione per le ricadute gravissime che la situazione che si è determinata sta provocando su migliaia di laureati, nonché in merito ai danni per il Servizio Sanitario Nazionale, che vede rarefarsi figure professionali essenziali per l’assistenza e per la ricerca in campo biomedico, per le discipline di patologia e biochimica clinica, genetica umana, microbiologia e virologia, scienze dell’alimentazione, epidemiologia, farmacia, fisica medica, veterinaria, odontoiatria, ecc., rendendo in prospettiva impossibile il turn-over di figure professionali essenziali per il sistema nel suo complesso».
Per questo la CRUI ha invitato il ministero a porre in atto interventi immediati, «che prendano atto, nell’attuale fase economica del Paese, dell’impossibilità di procedere al riconoscimento del trattamento di borsa di studio già previsto per i laureati in medicina e chirurgia anche per biologi, chimici, fisici, farmacisti, psicologi, odontoiatri e veterinari». I rettori hanno inoltre spiegato come sia opportuno un ampio riordino della materia con «l’immediata l’abrogazione dell’art. 8, comma 1, della Legge n. 401/2000, con ciò rimuovendo le cause che sono alla base del blocco dei bandi di formazione specialistica per i laureati magistrali non medici che ne hanno inalienabile diritto, e consentendo l’immediata promulgazione dei bandi stessi».

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