Un bilancio sano è imprescindibile, ma non può bastare. La dimensione sociale del proprio operare sta sempre più diventando fattore di competitività: è questo il messaggio emerso dal convegno “Società Benefit, un modello per le Farmacie Comunali”, tenutosi il 22 maggio al Salone d’Armi di Palazzo Vecchio a Firenze.
Oltre a Lorenzo Perra, assessore alle partecipate del Comune di Firenze, e Alfredo De Giacomo, presidente di Confservizi Cispel, è intervenuto Carlo Borzaga, professore di politica economica presso la Facoltà di Economia dell’università di Trento, tra i massimi esperti italiani di privato sociale. Secondo Borzaga «l’elemento della responsabilità sociale è connaturato all’origine stessa del concetto di società e solo col passare del tempo il ventaglio di stakeholder coinvolti è andato restringendosi ai soli azionisti. Tuttavia – prosegue – per potersi affermare in modo massivo, la società benefit avrebbe bisogno di agevolazioni fiscali per le imprese che decidano tale trasformazione.» All’incontro ha partecipato Luciano Cimbolini, dirigente del Ministero dell’Economia e delle Finanze, rendendo evidenti le «opportunità che la Società Benefit offrono ai servizi pubblici locali, ricordando peraltro che le Farmacie Comunali sono anche parte del SSN».
Al centro del dibattito il caso dell’Azienda Farmaceutica Municipalizzata AFAM ed il riferimento a quanto sta accadendo negli Usa: ben trentaquattro stati federati su cinquanta hanno infatti già adottato leggi che promuovono le società benefit.
«La nostra esperienza sull’argomento – ha affermato Paolo Di Cesara, di Nativa Srl Società Belfrit – è cominciata con la lettura di un articolo apparso su una prestigiosa rivista statunitense che ha cambiato profondamente la nostra visione imprenditoriale. Pur tra mille difficoltà, siamo riusciti a far approvare la legge 28 dicembre 2015, n. 208, che col passare del tempo ha consentito che più di 500 aziende diventassero società benefit nel nostro Paese».
Per Massimo Mercati, presidente della società, «essere società benefit significa abbracciare una filosofia aziendale nuova, che implica logiche organizzative la cui complessità deve essere affrontata concretamente. Abbiamo iniziato un percorso che ci porterà ad essere un’azienda davvero nuova ed innovativa nel panorama nazionale che mette ai primi posti del proprio agire imprenditoriale la salute dell’uomo nel rispetto dell’ambiente e con la finalità di costruire una comunità più forte e posti di lavoro migliori. Il tutto a favore delle generazioni che verranno. Non si vuole dare un’immagine idealistica della questione. La nostra esperienza ci ha visto affrontare la complessità di questo cambio di paradigma e ha richiesto uno sforzo notevolissimo che continua di anno in anno».
All’evento ha partecipato anche Francesco Schito, segretario generale di Assofarm, secondo cui «contrariamente agli assunti del credo neo-liberista, la crescita economica non può essere perseguita senza riguardo alcuno per la società circostante. È quest’ultima che, di fatto, sostiene la crescita a dimostrazione di questa tesi esiste ormai una vastissima letteratura. Una recente ricerca condotta su un vasto campione di medie imprese italiane dimostra che il 20% di esse che presenta le migliori performance di bilancio persegue con successo tre obiettivi: qualità integrale dei processi produttivi, fiducia reciproca tra azienda, dipendenti e filiera, attenzione al territorio circostante. Dal lato opposto, il 20% delle aziende coi bilanci peggiori ha improntato il proprio agire su logiche di sfruttamento, tanto del lavoro e dei fornitori quanto delle risorse ambientali in una lotta quotidiana centrata sul prezzo. In un’epoca in cui la reputazione è uno dei principali fattori di competitività aziendale, l’egoismo non paga».
«La concorrenza è agguerrita, i mercati molto frammentati ed incerti e il contesto politico-istituzionale contraddittorio», ha concluso Venanzio Gizzi, presidente di Assofarm, secondo cui «il sistema delle Farmacie Comunali italiane deve, tuttavia, cogliere l’opportunità di trasformarsi in società benefit completando il proprio percorso storico evolutivo, andando ben oltre il tema classico della responsabilità sociale».
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