«La farmacia sta vivendo un netto mutamento di considerazione presso le istituzioni italiane. Lo abbiamo visto in occasione prima dei tamponi poi dei vaccini. Lo vediamo ora a proposito del pieno sostegno offerto alle farmacie rurali all’interno del Piano nazionale di resistenza e resilienza (Pnrr). Si tratta di risultati straordinari per la nostra categoria, quasi insperabili un solo anno fa. Tutto ciò non deve però mettere in ombra altri elementi interessanti ma meno evidenti contenuti nello stesso Pnrr». È quanto sostiene Francesco Schito, segretario di Assofarm, in un editoriale pubblicato sull’house organ della sigla in rappresentanza delle farmacie comunali. «Il denominatore comune di tutte le iniziative appena citate – prosegue il dirigente – è chiaro: di fronte ad una crisi sanitaria inedita per gravità e dimensioni, lo Stato ha coinvolto le farmacie territoriali in un modo mai accaduto precedentemente. Queste ultime hanno risposto all’appello e hanno prodotto risultati concreti. Hanno così dimostrato quando sostenevano da anni: la farmacia è un asso nella manica che il Ssn non gioca quanto potrebbe sul tavolo della medicina del territorio e de-ospedalizzazione delle cure.

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La prospettiva sulla digitalizzazione

Secondo Schito «da questa prospettiva va interpretato il capitolo sulla digitalizzazione, anch’esso contenuto nel Pnrr. Di ammodernamento dei sistemi informativi, di sviluppo di big data e successivo utilizzo virtuoso degli stessi, di una relazione più smart con il paziente, se ne parla da anni, ma di concreto è successo ben poco. L’impressione che abbiamo sempre avuto è che, al di là delle belle parole, la maggior parte di noi nutrisse un certo disinteresse per il tema. Forse era giudicato “troppo avanti”, forse semplicemente non si avevano le competenze necessarie per comprenderne il valore».

La piena attuazione del Fse

Dunque, evidenzia Schito, «è arrivato il Covid, che ha drammaticamente dimostrato quanto possano fare la differenza cose come la disponibilità di dati aggregati o di canali comunicativi diretti. I casi virtuosi di società e sistemi sanitari altamenti digitalizzati come Corea e Giappone lo dimostrano. La digitalizzazione del nostro settore dovrà insomma diventare uno dei dossier prioritari del processo riformativo finalmente avviato ma certamente non concluso. Centrale, in questo dibattito, sarà la piena attuazione del Fascicolo Sanitario Elettronico. Lo strumento, come noto, è formalmente attivo in tutte le Regioni ma solo in alcune di esse è già pienamente operativo e corredato del maggior numero di dati possibile».

L’assenza del dossier farmaceutico

In merito alle informazioni gestite, Schito non manca di ricordare che «tra questi dati mancanti figura certamente il Dossier Farmaceutico. Ecco la grande occasione offertaci dal Pnrr. Stiamo parlando di un elemento certamente tecnico, ma dalla valenza strategica spesso sottovalutata in passato. Creare la storia farmaceutica di ogni paziente e successivamente renderla facilmente disponibile a tutto il sistema sanitario non significa solo offrire una maggiore tutela della salute ai nostri concittadini, ma significa anche integrare maggiormente la farmacia nel Sistema Sanitario Nazionale». Da qui, l’auspicio di Schito: «Oggi finalmente stiamo raccogliendo i frutti i termini di considerazione e investimenti pubblici nel nostro settore. In questa situazione così favorevole, l’errore che dobbiamo assolutamente evitare è quello di adagiarci sugli allori e dimenticare che molte cose importanti sono ancora da fare».

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