sanofidi Benna Christian

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Il nuovo fronte alla guerra contro la malaria si affaccia sulle vallate del cuneese: a Garessio si produrranno ogni anno i principi attivi per 180 milioni di trattamenti antimalarici. La scelta di potenziare uno degli stabilimenti più antichi d’Italia, era il 1894 quando apriva i battenti l’opificio Lepetit, èstata dell’attuale proprietà, il gruppo Sanofi Aventis che ha eletto il sito piemontese come centro mondiale della lotta contro il paludismo. Ogni anno si ammalano più di 200 milioni di personeene muoiono 660 mila. In assenza di un vaccino contro la malattia parassitaria, l’unica cura è frutto delle piantagioni tropicali di artemisia, diffuse tra Cina e Africa.

Ma il raccolto della pianta è soggetto alle variazioni del clima e alla speculazione: prezzio scillanti (da 250 a 1000 dollari al chilo) e scarsità nel reperire la risorsa hanno complicato non poco la battaglia globale contro la malaria. La soluzione industriale è maturata 10 anni fa, a partire da un centro di ricerca di Berkley in California e grazie al pool internazionale messo insieme dall’ong americana Path-Artemisia-Project, ai finanziamenti della Fondazione Bill&Melinda Gates e al gruppo Sanofi Aventis, si è arrivati a dare una risposta industriale al farmaco antimalarico.

La multinazionale francese, che in Italia ha 6 stabilimenti, ha investito 15 milioni di euro nel sito di Garessio, 200 dipendenti e specializzato nella prod uzione d i farmaci intermedi, per realizzare il nuovo processo produttivo. La capacità produttiva sarà pari alla metà del fabbisogno mondiale e con una disponibilità tale che permetterà di calmierare i prezzi dei principi attivi. Sanofi prevede di produrre a Garessio 35 tonnellate di artemisinina semisintetica nel 2013, per salire poi fino a 50-60 tonnellate l’anno ne12014 e negli anni successivi.

Il principio attivo sarà poi commercializzato in tutto il mondo, venduto a costo di produzione, quindi senza fini di lucro, nel piano di responsabilità sociale del gruppo. La produzione di Artemisinina semisintetica avviata nel sito produttivo di Garessio è un grande successo ottenuto proprio in Italia dalla nostra azienda – dice Arturo Zanni, amministratore delegato di Sanofi in Italia – Tecnologia di altissimo livello, personale altamente qualificato e la capacità di saper rispondere alle sfide: la nostra strategia di sviluppo è stata fin qui premiata con un balzo del 20% circa nelle esportazioni nel 2012». Per il 20131a multinazionale ha messo sul piatto circa 50 milioni di euro in investimenti in Italia. Una parte dei quali, circa 10 milioni sono destinati all’innovazione e alla ricerca; e il resto ad ammodernamenti o a nuovelineeproduttive.

Nello stabilimento di Scoppito, all’Aquila, i tecnici stanno lavorando alla nuova produzione del Maalox che sarà avviata entro il 2014. Si trattadi un altrosegnale importante per l’Italia, in un periodo in cui tutti stiamo stringendo la cinghia. I programmi di spendingreviewinmateria sanitaria si sono abbattuti con forza sui gruppi farmaceutici, che nel nostro Paese hanno visto diminuire ricavi e margini, e hanno avviato diverse operazioni di ristrutturazione. Sanofi, che ha sacrificato il centro di ricerche in studi preclinici a Milano, è riuscita a salvaguardare l’occupazione, 2500 collaboratori, contenere il calo di fatturato, oggi a 1,3 miliardi di euro, e ad aumentare l’export, oltre i 300 milioni di curo.

Repubblica Affari&Finanza di lunedì 15 aprile 2013
Sanofi investe 15 milioni a Garessio per il nuovo farmaco anti-malaria
di Benna Christian

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