
Il laboratorio LCAC, attivato da Sanofi nel 2008, è dotato di finanziamenti compresi tra 2,1 e 2,3 milioni di euro all’anno. Vi lavorano 13 persone impegnate nelle analisi di prodotti sospetti, nello sviluppo di metodi di controllo da applicare nelle fabbriche del gruppo, nonché nella creazione di un database che consenta di risalire più facilmente la catena del mercato nero. In questo senso, il gruppo non si occupa infatti solo delle analisi chimiche dei medicinali, ma anche di esaminare le confezioni, le tecniche di stampa o la colla usata per le etichette. Per questo, il costo di una singola analisi è notevole: compreso – ha spiegato Talley – «tra i 600 e i 700 euro».
Inoltre, il LCAC sta studiando l’adozione di modelli di verifica e controllo in loco: i siti più a rischio potrebbero presto essere dotati di spettroscopi per l’analisi chimica generale dei farmaci. Quattro progetti-pilota di questo genere sono già stati lanciati in Turchia, Cina, Colombia ed Egitto.
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