“Quello di Palazzo Chigi ci sembra più un tentativo di mettere le mani avanti che una seria smentita alle notizie di stampa su ulteriori ventilati tagli lineari alla sanità per oltre tre miliardi di euro. Il sistema sanitario nazionale, già duramente provato, finirebbe non in ginocchio, ma stramazzato al suolo, come peraltro aveva sottolineato qualche mese fa proprio il ministro Lorenzin contestando giustamente il Mef sui tagli disastrosi che avrebbero messo a rischio addirittura i livelli essenziali di assistenza nel nostro Paese.
Contiamo sull’azione incisiva del ministro per scongiurare interventi a gamba tesa nel comparto sanitario senza una visione strategica e una linea coerente che tenga conto anche dei numerosi allarmi sollevati dagli esperti del settore e da autorevoli organismi nazionali e internazionali – non ultimo l’Ocse – sugli effetti deleteri di una politica di tagli non selettivi e improduttivi sul piano della lotta agli sprechi e dell’efficientamento del sistema.
È su quest’ultimo aspetto che torno a porre con forza l’attenzione del ministro che conosco particolarmente attenta al problema. Se davvero il governo non intende tagliare i servizi, ma gli sprechi, allora la revisione della spesa non può essere scambiata, in un settore tra l’altro così sensibile e delicato per la salute pubblica, per mera riduzione della spesa. Il calo della spesa sanitaria, infatti – vorrei ricordarlo – secondo il Rapporto 2014 dell’Ocse – si traduce, anche in Italia, in un complessivo depauperamento dei servizi al cittadino, con strutture obsolete, assenza di investimenti sulla tecnologia, peggioramento della qualità del lavoro degli operatori.
Una revisione della spesa che produca risparmi da reinvestire nel settore a favore di un continuo miglioramento dei servizi forniti e l’adeguamento alle moderne tecnologie con strumenti appropriati alle esigenze di prevenzione e cura, deve necessariamente essere assoggettata ad un piano organico di riorganizzazione del sistema attraverso un suo profondo ripensamento strutturale e un maggiore controllo territoriale.
Nella sanità occorre migliorare la qualità della spesa per continuare a garantire l’universalità dell’assistenza che oggi, nella realtà, è fornita in maniera disomogenea sul territorio nazionale, laddove vi sono governi regionali, come nel caso della Puglia, che, dopo ad essere state sottoposte a piano di rientro per aver sforato il Patto di stabilità, tagliano sui servizi e aumentano le tasse, lasciando poi inattiva per oltre due anni una nuova sala operatoria da tre mln di euro in uno dei più grandi ospedali del capoluogo, il Di Venere.
Confidiamo, dunque, nella tenacia e nella responsabilità del ministro Lorenzin che invitiamo a non mollare di un passo rispetto all’ipotesi di tagli alla sanità nella prossima legge di stabilità. E da Palazzo Chigi ci aspettiamo ben altro che annunci e imprecisate rassicurazioni”.
Lo dichiara in una nota il sen. D’Ambrosio Lettieri, capogruppo FI Comissione Sanità del Senato.
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