
«A me sembra che Leopardi sia concentrato unicamente sulla volontà di ostacolare tale libera vendita. Forse vuole “scremare” le parafarmacie, non facendo rientrare in possibili interventi legislativi pro-parafarmacie quelle di proprietà di chi già possiede una farmacia», ha aggiunto Ruggiero. Che ha poi sottolineato come a suo avviso la presenza del farmacista nelle parafarmacie non debba essere messa in discussione, in quanto tale figura è «garante della conservazione e distribuzione del farmaco e quindi della salute pubblica». Quindi il presidente delle LPI sottolinea le anomalie che possono derivare dalla co-titolarità di farmacie e parafarmacie da parte di medesimi soggetti, e ricorda come, più in generale, a suo avviso i problemi del settore siano altri: «La dispensazione di farmaci con ricetta senza la relativa prescrizione, quella effettuata da persone non competenti a farlo, come i magazzinieri, o ancora l’abusivismo professionale. Di certo per considerare una “anomalia” le parafarmacie, con tutte le reali anomalie e distorsioni alle quali assistiamo tutti i giorni, ci vuole coraggio».
Il problema delle parafarmacie, dunque, secondo Ruggiero va risolto «riconoscendo il ruolo professionale del farmacista che vi opera all’interno, a prescindere dal luogo nel quale esercita».
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