Tre consiglieri comunali di Rocca D’Arce – Antonello Quaglieri, Bernardino Capuano e Mario Lancia – hanno inviato una lettera aperta al sindaco della località, in merito all’avviso pubblico di selezione «per la individuazione di un professionista da incaricare temporaneamente dell’erogazione dell’assistenza farmaceutica».

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I consiglieri spiegano che «nel consiglio comunale del 18 dicembre 2019, votando favorevolmente la proposta contenuta nella deliberazione n. 28/2019 “Sede farmaceutica-Determinazioni”, abbiamo sia condiviso la necessità “di accelerare, al fine di assicurare l’assistenza farmaceutica alla popolazione, la procedura di interpello degli idonei inseriti nella graduatoria al fine di assegnare la gestione provvisoria ai sensi della legge 48/90” e sia impegnato “il sindaco e gli uffici a verificare la fattibilità anche di un bando ad evidenza pubblica per ricercare un professionista che possa assicurare il servizio con ogni urgenza”». Il 7 febbraio è stato pubblicato dal Comune il relativo avviso pubblico, il che ha fatto ritenere ai consiglieri che «la predetta fattibilità sia stata riscontrata». Di qui la richiesta di «fornire gli eventuali pareri e/o riferimenti normativi o elementi che hanno consentito di percorrere tale iniziativa al fine di rassicurarci sulla bontà delle procedure assunte dall’ente» e «di conoscere se sia iniziata la fase di interpello degli idonei inseriti nell’apposita graduatoria trasmessa dalla Regione Lazio». I tre consiglieri osservano poi che «i tempi per la presentazione delle domande sono estremamente contingentati».

Ma il punto considerato meno accettabile dai firmatari della lettera è relativo al fatto che tra i requisiti indicati c’è quello relativo alla disponibilità dei locali: «Chi avrà disponibili quelli già adibiti a farmacia avrà ulteriori 2 punti mentre chi potrà contare su altri locali idonei otterrà 0,5 punti. A parità di tutti gli altri criteri, quindi, il requisito fondamentale sarà di avere in comodato o affitto il locale dove veniva già esercitata l’attività precedente. Perché, invece, non selezionare per il nostro paese il farmacista più idoneo tra gli aspiranti valutando (con punteggi differenziati), per esempio, anche i titoli accademici e di studio, il voto di laurea ovviamente premiando i più alti, gli ipotetici master conseguiti, il curriculum professionale e l’esperienza maturata nel settore?». «Estremizzando il concetto – prosegue la lettera dei consiglieri – possiamo affermare che il farmacista, più che individuarlo il Comune, lo determinerà il proprietario dei locali, che dovrà ora scegliere a chi concederli in locazione». Ne discende dunque la richiesta di «ritirare l’avviso e riformularlo in maniera adeguata».

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