Un’analisi sulla stratificazione del rischio cardiovascolare, effettuata su un bacino di 1,3 milioni di cittadini afferenti all’Asl Roma 2, ha portato all’identificazione di 145 mila individui a rischio di sviluppare un evento cardiovascolare. Lo studio, realizzato nell’ambito di un protocollo di intesa tra l’Azienda sanitaria locale Roma 2 e Novartis, ha specificamente rilevato che 41.800 persone rientrano in una fascia di rischio classificata come alta o molto alta. L’indagine ha evidenziato come un’ampia percentuale dei soggetti, circa il quaranta per cento, non abbia mai effettuato una visita specialistica cardiologica, mentre un ulteriore quindici per cento non abbia mai monitorato i propri livelli di colesterolo. I dati suggeriscono che un miglioramento delle attività di follow-up potrebbe determinare una sensibile riduzione della mortalità.

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Modello di presa in carico per la prevenzione

Dai risultati dell’indagine è scaturita una risposta concreta da parte del sistema sanitario, con l’istituzione di un percorso assistenziale dedicato. Presso l’Ospedale Sandro Pertini è stato attivato un ambulatorio specialistico focalizzato sulla gestione delle dislipidemie. Secondo le stime elaborate dal gruppo di lavoro, un follow-up migliorato per i pazienti a rischio elevato potrebbe condurre a una riduzione della mortalità ospedaliera fino a sette punti percentuali. Un altro beneficio atteso riguarda la durata media della degenza, che potrebbe essere abbreviata da undici a sei giorni. L’ottimizzazione dell’uso delle risorse avrebbe un effetto positivo anche sulla gestione delle liste d’attesa.

Confalone (Ad Novartis): «Ridurre il pesante impatto delle dislipidemie sul territorio»

Valentino Confalone, amministratore delegato di Novartis Italia, ha sottolineato che «come azienda, impegnata a contrastare le malattie cardiovascolari, siamo orgogliosi di avere avuto l’opportunità di mettere le nostre competenze al servizio della Asl Roma 2, per collaborare a questo importante progetto, volto a ridurre il pesante impatto delle dislipidemie sul territorio. I risultati emersi non lasciano dubbi sull’emergenza sanitaria rappresentata dalle malattie cardiovascolari e sul valore di interventi mirati di follow-up sulla popolazione a rischio elevato. Ci auguriamo che questo progetto possa rappresentare un esempio virtuoso anche per altre realtà dove le malattie cardiovascolari mettono a rischio la salute delle persone e dell’intera società».

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