L’indagine conoscitiva sul riordino delle professioni sanitarie, conclusa dalla XII Commissione Affari sociali della Camera dei Deputati l’8 aprile 2025, si inserisce nel contesto di riforma organica iniziato con la legge n. 3 del 2018. Tale legge ha modificato la disciplina degli Ordini professionali, ampliando il numero delle professioni sanitarie riconosciute e sancendo la necessità di iscrizione agli albi per l’esercizio delle relative attività. Come emerso nel documento, il Servizio sanitario nazionale (Ssn) si avvale oggi di trentuno professioni sanitarie, la cui formazione è di esclusivo livello universitario e la cui attività è soggetta alla vigilanza del ministero della Salute. L’indagine ha coinvolto, tramite 15 sedute e 53 audizioni, tutte le principali rappresentanze delle professioni sanitarie, tra cui la Federazione degli Ordini dei farmacisti italiani (Fofi) e la Sinafo, con l’obiettivo di analizzare criticità, proposte di riforma e prospettive per il settore.

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Evoluzione della professione farmaceutica e criticità evidenziate

La Federazione degli Ordini dei farmacisti italiani (Fofi), in audizione il 13 novembre 2024, ha ricordato, come si legge nel documento, «la recente evoluzione della professione del farmacista, caratterizzata dall’avvento della “Farmacia dei servizi” e dalle mutate esigenze della società civile. Le nuove funzioni di prossimità attribuitele, unitamente al fenomeno dei cosiddetti “gettonisti” e al crollo del numero dei laureati in farmacia – con una riduzione di circa il 20 per cento nel 2023 rispetto al quinquennio precedente – determinano una forte carenza di professionisti nel settore». Dunque «occorrerà innanzitutto valutare gli effetti della riforma del numero chiuso per accedere ai corsi di laurea in medicina: è infatti ragionevole attendersi che la riforma appena approvata si ripercuoterà sulle iscrizioni ai corsi di laurea in altre discipline sanitarie, che ad oggi assorbono gran parte di coloro che non riescono a superare i test di ammissione».

Sostegni economici analoghi a quelli previsti per i medici specializzandi

In sede di replica, la Commissione ha sottolineato che la Fofi «ha rilevato che un ulteriore aiuto contro la carenza dei farmacisti si avrebbe con l’istituzione di sostegni economici analoghi a quelli previsti per i medici specializzandi. In considerazione della rinnovata consapevolezza, derivante dall’esperienza pandemica, della gravosità e dei sacrifici che ogni ruolo sanitario comporta, tale misura sarebbe auspicabile per tutti gli operatori sanitari tenuti a svolgere un tirocinio prodromico all’accesso all’impiego pubblico».

Sburocratizzazione della professione farmaceutica

La Commissione ha poi riportato che «durante l’audizione è emersa altresì la richiesta di una generale sburocratizzazione della professione farmaceutica, poiché il tempo dedicato alla burocrazia è tempo sottratto al paziente. In tal senso, è stato osservato che il riordino operato dalla legge n. 3 del 2018, oltre a essere rimasto parzialmente inattuato, è oramai superato, soprattutto perché non tiene conto dell’esperienza della pandemia. Una parziale revisione potrebbe prevedere lo svolgimento in comune tra vari Ordini territoriali di talune attività amministrative, perlomeno di quelle divenute complesse, con un conseguente sgravio a beneficio degli Ordini minori e della Federazione nazionale. Occorrerebbe altresì aggiornare i meccanismi disciplinari e sanzionatori nonché, soprattutto, riformare la Commissione centrale per gli esercenti le professioni sanitarie (Cceps), attualmente paralizzata dall’eccessivo carico di lavoro».

Carenza di farmacisti e istanze della professione

Il tema della carenza di farmacisti è stato ulteriormente approfondito dalla’Associazione farmacisti e dirigenti sanitari del Ssn (Sinafo), che ha richiamato l’attenzione sulla complessità delle funzioni svolte dai farmacisti all’interno del sistema sanitario pubblico, quali la verifica dell’appropriatezza prescrittiva, le valutazioni farmacoeconomiche e la personalizzazione della terapia, in particolare in ambito oncologico. Secondo i dati forniti dalla sigla, il fabbisogno attuale di farmacisti nel Ssn è stimato in 6.700 unità, a fronte delle 2.990 effettivamente presenti.

Difficoltà nell’introduzione del “farmacista di reparto” e “facilitatore”

Tale squilibrio limita la possibilità di introdurre nuove figure professionali, come il “farmacista di reparto” in ambito ospedaliero e il “farmacista facilitatore” sul territorio, quest’ultimo con funzioni di informazione verso il medico di medicina generale sulle opzioni terapeutiche disponibili. In questo scenario, la carenza di risorse umane e la mancata valorizzazione delle competenze rischiano di ridurre l’efficacia e la sicurezza delle prestazioni offerte ai cittadini. Le rappresentanze della categoria auspicano inoltre una revisione dei percorsi formativi, politiche di incentivazione economica e un aggiornamento degli strumenti normativi, al fine di rendere più attrattiva la professione per le nuove generazioni e di garantire la continuità dei servizi.

Prospettive di riforma e ruolo dei farmacisti nel servizio sanitario

Le conclusioni dell’indagine conoscitiva hanno messo in luce la necessità di interventi strutturali per superare la frammentazione normativa, le rigidità organizzative e la mancanza di tempestività nelle riforme. Per i farmacisti, si conferma la centralità di una programmazione fondata sull’analisi dei fabbisogni, sull’adeguamento della formazione universitaria e sulla revisione dei meccanismi di reclutamento e valorizzazione delle competenze. Il riconoscimento del ruolo strategico dei farmacisti all’interno delle équipe multidisciplinari delle strutture territoriali, come le Case della comunità, richiede un aggiornamento dei modelli organizzativi e delle responsabilità professionali. In prospettiva, il rafforzamento del contributo della Farmacia dei servizi e la semplificazione delle procedure amministrative per rispondere alle nuove esigenze di salute della popolazione e per assicurare la sostenibilità del Ssn. In tale quadro, il coinvolgimento attivo dei farmacisti nella programmazione e nella governance dei processi assistenziali è ritenuto indispensabile per affrontare le sfide future del sistema sanitario nazionale.

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