ricetta elettronicaContinua il processo di dematerializzazione delle ricette, tra ritardi di alcune Regioni, problemi di connessione alla rete in diverse parti dello Stivale e una qualche riserva da parte di diversi medici, che hanno più volte lamentato le criticità nel fare in certe circostanze le ricette elettroniche al posto delle rosse cartacee. L’obiettivo fissato dall’Agenda digitale del governo Monti e già scivolato più volte di raggiungere quota 90% di dematerializzate sembra sempre più chimerico, anche per oggettive difficoltà tecniche e di contesto. FarmaciaVirtuale ne ha parlato con Giovanni Petrosillo, amministratore delegato di Promofarma, società di servizi di Federfarma.

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Dottor Petrosillo, qual è la situazione della ricetta elettronica?

Per dare qualche numero, a marzo il Veneto ha raggiunto l’86% di ricette elettroniche, così come Trento, la Sicilia è scesa un po’ ed è all’83%, Campania 78%, Piemonte 76%, Val d’Aosta 72%, Basilicata 69%, Emilia Romagna 63%. Poi ci sono le realtà intermedie: Friuli 54%, Abruzzo 45%, Marche 27%, Toscana 23%. A scendere ci sono Liguria e Lombardia col 5%, l’Umbria col 2,5, la Puglia col 2, e il Molise con un zero virgola.

A livello nazionale il dato com’è?

La media totale si attesta sul 37,6%: le ricette a marzo risultavano 51 milioni e rotti, le dematerializzate 19 milioni.

Quali Regioni sono prossime alla partenza?

Il Lazio sta partendo in queste settimane; si sta facendo la formazione dei farmacisti e muovendo la macchina per partire.

Ma c’è chi è ancora fermo o quasi…

Si è sostanzialmente fermi a Bolzano, in Calabria e in Sardegna.

Come stanno andando le Regioni in cui è partita la dematerializzazione?

Là dove tutto funziona bene si è arrivati rapidamente sopra l’80%. Dove si è partiti ma non si è cresciuti, ad esempio in Toscana e Lombardia, ci sono state anche difficoltà particolari, come il caso di esenzioni che non erano coerenti con la dematerializzazione. In Lombardia si sta cambiando la modalità di esenzione, perché ce n’era una che prevedeva la firma del cittadino ogni volta; la si sta trasformando in un nuovo codice, con un’esenzione che valga una volta per tutte. Questo prevedo che porterà una buona quota di ricette dematerializzate, che ora vengono bloccate dal sistema. E analogamente vale per la Toscana.

Quali problemi rimangono da risolvere?

Nessuna Regione è arrivata al 90%, ciò significa che c’è una quota di ricette che non si riesce a dematerializzare. Che alcune fisiologicamente non si possono dematerializzare, almeno ora come ora, ad esempio per l’assenza di connessione Internet, e perché evidentemente vanno oltre le condizioni operative dei medici in certe situazioni. Il caso della Sicilia è indicativo: è partita forte ma da tempo si è assestata. Mi fa pensare che oltre una certa soglia non si può arrivare, alle condizioni tecnologiche e operative attuali, e che questo obiettivo fissato dall’Agenda digitale del 90% di dematerializzate sia molto difficile da raggiungere.

Qual è la sua previsione sul raggiungimento di questi target?

Le Regioni ben avviate credo che cresceranno rapidamente. Campania, Piemonte, Valle d’Aosta e Basilicata dovrebbero arrivare in fretta all’80%. Bisognerà vedere invece le dinamiche dei prossimi mesi nelle Regioni ora a livelli intermedi, se ci sarà collaborazione da parte di tutti gli attori, dai medici alle software house. Là dove non si è ancora partiti o quasi, infine, il discrimine è quando ci si attiverà, e occorre ammettere che spesso ci sono state anche delle lungaggini.

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