ricetta elettronica farmaciadi Gianni Zannini

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Già qualche regione in Italia adotta il sistema di ricetta elettronica farmacia, ma ora ci si appresta a far diventare operativa la gestione nelle rimanenti regioni, che non hanno ancora deciso di partire, in particolar modo per problemi tecnico-organizzativi.
Qualcuno ha considerato la ricetta elettronica come una minaccia, si è temuto infatti, che potesse portare al banco un’operatività maggiore nel trattamento della stessa, cioè tempi più lunghi per esitarla e procedure complicate per gestirla, inoltre si sono temuti degli aggravi economici da parte delle software house come successe per l’ articolo 50. Ma lì era un’ altra storia, oggettivamente era una gestione completamente nuova che necessitava di ulteriori supporti informatici anche a livello hardware.

Ed invece la sorpresa che trasforma l’ansia della ricetta elettronica farmacia in serenità, è quella che oltre a non avere ulteriori costi economici sul software e sull’hardware, c’è anche un percorso di vendita della ricetta molto semplice e lineare, le software house infatti, hanno integrato la gestione nella stessa vendita al banco, non avvalendosi quindi di nuove procedure esterne, di cui in farmacia se ne conosce già l’ uso (vendita diabetici e DPC ad esempio) e lasciando un’ operatività pressoché simile a quella che già si utilizzava.

Oltretutto, addirittura c’è una sorta di “grande fratello” che è il SAC (Sistema Accoglienza Centrale) del MEF che permette al farmacista una volta letto il codice NRE (Numero Ricetta Elettronica) rilasciata dal medico proscrittore, di dispensare i prodotti al paziente direttamente elencati a video e qui sta il bello , perché se si sbaglia ad esitare un prodotto, il sistema informatico bloccherà la vendita della stesso, evitando quindi una dispensazione errata. Tutto questo a beneficio del cittadino che è sempre sicuro di ricevere il farmaco giusto e per il farmacista che evita un’ eventuale consegna sbagliata.

Gianni Zannini

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