
Così non è stato, a quanto pare. Il presidente di Federfarma Matteo Bonvicini ha spiegato che «siamo a metà luglio e solo gli ospedali di Bressanone, Brunico e Merano sono in grado di emettere la ricetta elettronica». Senza dimenticare che quelle emesse da tali strutture sono solo una piccola parte del cumulo totale di ricette che vengono preparate dai medici di base. Secondo Giovanni Petrosillo, amministratore delegato di Promofarma Italia, la società di servizi di Federfarma, «da un punto di vista tecnico non ci sono ragioni per le quali il sistema non debba essere implementato ovunque sul territorio nazionale. E per quanto riguarda in particolare la provincia di Bolzano, non mi risulta che ci sia alcun problema da parte dei medici di base o delle farmacie. Tutti sanno che si tratta di un adempimento da svolgere. I problemi evidentemente sono nell’amministrazione locale, forse di ordine burocratico, forse per via di una scarsa sensibilità alla questione. In ogni caso la via è tracciata, ci sono regioni che sono ormai all’85-90% di ricette elettroniche, e alcune, come Veneto e Lombardia, sembrano volersi spingere anche più avanti».
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