Il settore farmaceutico nazionale ha consolidato la propria posizione di vertice a livello europeo nel 2024, con un volume produttivo di cinquantasei miliardi di euro. Della cifra, 54 miliardi sono stati assorbiti dalle esportazioni, contribuendo per oltre il nove percento all’interso manifatturiero del Paese. I dati, elaborati nel report Indicatori farmaceutici 2025 di Farmindustria, delineano un comparto robusto, sebbene non esente da aspetti critici. Le tematiche degli investimenti pubblici, ancora limitati, e di un quadro normativo che richiede aggiornamenti, sono state al centro del dibattito durante il primo appuntamento di AstraZeneca Agorà. L’iniziativa, ideata da AstraZeneca, si propone di approfondire le principali quXXXestioni legate al sistema salute, con l’obiettivo di contrastare la disinformazione e fornire una prospettiva autorevole.

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Investimenti e prospettive per la crescita

Nel corso del 2024, gli investimenti italiani in Ricerca e sviluppo e produzione hanno fatto registrare un incremento del tredici percento sull’anno precedente e del trentatré percento rispetto a cinque anni fa. Anche il dato occupazionale è positivo, con una crescita dell’uno virgola quattro percento nel 2024 e del otto percento nell’ultimo quinquennio. L’aumento risulta più marcato considerando le assunzioni di under35 e di donne. Nonostante le performance, la quota del Pil nazionale attribuibile alla Ricerca e sviluppo si attesta all’uno virgola tre percento, una cifra che denota ampi margini di sviluppo se paragonata al tre percento delle nazioni europee più avanzate.

Innovazione associata a migliori outcomes di salute

L’industria privata investe in misura cospicua, attratta da un ecosistema dinamico e da centri di ricerca di alto livello. In tale scenario, risulterebbe opportuno non solo incrementare i finanziamenti pubblici, ma anche semplificare l’ecosistema della ricerca clinica, ad esempio attraverso il riconoscimento ufficiale di figure professionali specialistiche. L’innovazione farmaceutica è associata a migliori outcomes di salute, riduzione dei ricoveri ospedalieri, diminuzione dell’assistenza a lungo termine e della mortalità, nonché a un incremento della qualità della vita dei pazienti, generando al contempo un risparmio per il sistema sanitario. Per colmare il divario con i leader europei sono necessari interventi sul quadro normativo e sulla governance, per accelerare i tempi di accesso alle nuove terapie e ridurre le disuguaglianze. AstraZeneca ha annunciato di aver stanziato quasi cento milioni di euro in Ricerca e sviluppo nel biennio 2023/24.

Ricerca e sviluppo a beneficio dei pazienti

Secondo Francesca Patarnello, vice president market access & government affairs AstraZeneca Italia, «oggi parlare di Ricerca e sviluppo è necessario sia per il beneficio dei pazienti che per generare un impatto positivo multidimensionale. L’Europa deve compiere passi avanti nella ricerca, e l’Italia deve fare lo stesso per rafforzare la propria posizione in Europa. Il nostro Paese ha il substrato necessario per farlo, ma l’attrattività della ricerca clinica deve andare di pari passo con quella dell’innovazione: sono i due elementi chiave di un’unica strategia per rafforzare la leadership del settore farmaceutico in Italia e in Europa. Tutto il valore del comparto si misura nella ricerca di nuove opzioni terapeutiche e nella capacità di tramutare il sapere in prodotti che possano migliorare la vita delle persone».

I risultati degli investimenti nel settore

Patarnello ha sottolineato che «gli investimenti in questo settore portano a un accesso anticipato alle innovazioni, a un risparmio per il sistema sanitario, a un aumento dei posti di lavoro e a un’evoluzione delle professionalità. Inoltre, investimenti chiamano investimenti, a tutto beneficio della società e dei pazienti. Negli ultimi 10-15 anni i modelli nel settore farmaceutico sono cambiati profondamente, grazie soprattutto all’innovazione tecnologica e alle competenze sempre maggiori dei ricercatori: dobbiamo essere pronti a cogliere le opportunità che deriveranno dalle trasformazioni future e non farci trovare impreparati».

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