Spesa sanitaria, dispensazione dei farmaci, Patto per la Salute, questione occupazionale e prospettive presenti e future. È un’analisi a tutto tondo quella contenuta nella relazione del presidente della Federazione degli ordini dei farmacisti italiani, il senatore Andrea Mandelli, durante il consiglio nazionale di fine novembre; un punto della situazione del comparto che riassume le principali criticità, i risultati raggiunti e le sfide da affrontare.
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«Il rapporto spesa sanitaria/Pil in Italia è leggermente inferiore alla media Ocse – ha ricordato Mandelli alla platea – ma, come spiega il rapporto dello Studio Ambrosetti presentato quest’anno, se si confronta la spesa sanitaria pubblica pro-capite, espressa a parità di potere di acquisto, quello che realmente si spende per ciascun cittadino, emerge che l’Italia investe per la salute il 30% in meno della Germania, il 23% in meno rispetto alla Francia e il 16% verso la Gran Bretagna». D’altra parte, la spesa farmaceutica territoriale da sei anni continua a diminuire, mentre aumenta il numero delle ricette spedite; un effetto della crisi, ma anche del calo dei prezzi dei farmaci della territoriale e del ricorso sempre maggiore ai generici e alla distribuzione diretta. Non è infatti un caso, per Mandelli, che Regioni come Liguria, Toscana ed Emilia, che hanno particolarmente insistito sulla distribuzione diretta, mostrino una diminuzione della spesa di circa due punti superiore alla media, da un lato, e dall’altro che in Toscana il 10% delle farmacie è a rischio fallimento e 250 sono in situazione critica, in Emilia e Liguria la disoccupazione tra i farmacisti tocca rispettivamente il 7% e il 10%.
«Ritengo che la situazione sia tale da non consentire più contrapposizioni, spesso ideologiche, all’interno della professione», ha detto il presidente degli Ordini; «se parliamo di sicurezza nella dispensazione del farmaco, la distinzione tra ospedale e farmacia di comunità appare poco verosimile, visto che in Francia e in Svizzera, per fare soltanto due esempi, l’innovativo è disponibile nelle farmacie di comunità». Un’opzione per cui aumentano le voci a favore, ad esempio quella di AssoGenerici. Un aspetto allarmante è invece l’ipotesi emersa dai tavoli tecnici per il Patto della Salute di mettere molecole anche profondamente diverse sotto un medesimo prezzo di riferimento. «È il segno della volontà di comprimere ulteriormente i costi dell’assistenza farmaceutica, il cui risultato finale potrebbe essere un ulteriore freno all’innovazione», ha commentato Mandelli, ricordando come i farmaci innovativi arrivino a disposizione dei pazienti con forti ritardi rispetto alla registrazione e alla determinazione del prezzo da parte dell’Agenzia del farmaco – i dati Farmindustria parlano di una media di 305 giorni –, e soprattutto con disparità anche forti tra le Regioni. Una situazione che fa venir meno l’uniformità assistenzale e porta il presidente Fofi a dire che «non è eccessivo concludere che il Federalismo sanitario, almeno per quanto riguarda l’assistenza farmaceutica, sta mostrando più limiti che vantaggi». La soluzione proposta è riportare a livello nazionale le decisioni di politica del farmaco, con l’istituzione di un Fondo farmaceutico e un interlocutore unico anziché 21.
Tanti gli argomenti trattati nella relazione di Mandelli e al centro del presente e del futuro della farmacia, dal rinnovo della Convenzione alla questione aperta dell’assicurazione obbligatoria, i corsi ECM, la riforma del corso di laurea, sia dal punto di vista della formazione che del numero chiuso e della revisione dell’esame di Stato, l’attività dell’Associazione dei farmacisti volontari per la protezione civile, la scelta di Fofi di non patrocinare più Cosmofarma per l’eccessiva deriva commerciale dell’iniziativa. E poi la battaglia contro l’e-commerce farmaceutico, ad esempio contro il sito 121doc e la vendita online dei medicinali soggetti a prescrizione, la contrarietà a distribuzioni anomale del farmaco, quali la decisione dell’Asl di Siena di affidare alle Poste un servizio di consegna a domicilio, e la denuncia delle storture del meccanismo del pay-back, che in caso di sforamento del tetto programmato prevede che la filiera ripaghi pro quota la maggiore spesa, mettendo in difficoltà molte aziende attive sul fronte ospedaliero, che spesso si trovano a dover ripagare cifre non ancora incassate a causa degli enormi ritardi dei saldi dalle Asl, con gravi implicazioni occupazionali.
Quello di cui c’è necessità per risollevare il settore farmacia, secondo Mandelli, è una «rivoluzione copernicana», e la via è la farmacia dei servizi, la pharmaceutical care e il dossier farmaceutico; aspetti sui quali Fofi punta da tempo. La registrazione puntuale di tutti i farmaci dispensati al cittadino è la base per la farmacovigilanza, l’aderenza alle terapie e la riduzione degli sprechi, e per far entrare a pieno titolo il farmacista, avendo la responsabilità della compilazione del dossier, nel circuito della sanità elettronica. Sul fronte Medicine Use Review, invece, in virtù dei dati positivi della sperimentazione, il prossimo passo sarà l’allargamento dei centri coinvolti. Ma tutto ciò si deve accompagnare con due leve imprescindibili: l’incentivo all’occupazione, per cui è in fase di messa a punto un portale online che dovrebbe diventare operativo nel 2014 per facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. E poi: «in questo momento di crisi, nel quale molti colleghi, giovani e non più giovani, vivono con un reale senso di angoscia la possibilità di non trovare lavoro o di perderlo – ha spiegato Mandelli –, è fondamentale mantenere alta la vigilanza sul fenomeno dell’abusivismo. È vero che non disponiamo di strumenti di vigilanza e di repressione, ma abbiamo il dovere di esercitare tutta la nostra forza di persuasione perché si metta fine alla pratica di affidare a personale non qualificato le funzioni che spettano soltanto al farmacista. In tempi di crisi, lasciare che i colleghi disoccupati vedano il loro ruolo usurpato può avere un effetto dirompente su quello spirito di appartenenza alla professione che non ci ha mai abbandonato. Vi chiedo che nei Consigli degli Ordini, in occasione delle prossime riunioni, si sostenga con forza questa istanza».
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