Con l’obiettivo di tracciare un quadro dello scenario delle farmacie italiane e dei servizi offerti all’utenza, con particolare interesse per il bisogno dei malati cronici, Cittadinanzattiva, in collaborazione con Federfarma, ha presentato il primo Rapporto annuale sulla farmacia.
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Il Rapporto, ottenuto grazie al contributo delle 1275 che hanno partecipato all’indagine conoscitiva, ha indagato su presa in carico e aderenza terapeutica nelle patologie croniche, servizi erogati in farmacia, tra cui servizio CUP, prestazioni analitiche di prima istanza, servizi di secondo livello con dispositivi strumentali, servizi di telemedicina, standard di qualità di strumenti e test, servizio ADI, prestazioni erogate da altre figure professionali, campagne di prevenzione ed educazione sanitaria, informazione e comunicazione, farmacovigilanza, formazione dei farmacisti, buone pratiche.
«Presenti quasi ovunque e aperte quasi sempre – si legge nel Rapporto -, le farmacie in Italia giocano un ruolo di primo piano nel contribuire a far rispettare l’aderenza alle terapie e ben si prestano al quotidiano dialogo e ascolto, specie nei confronti di persone anziane e affette da patologie croniche, donne con minori o in dolce attesa». Tuttavia, «quando si tratta di strutturare servizi in rete sul territorio vengono spesso “dimenticate”». Il Rapporto definisce questa situazione come «il principale paradosso che vivono oggi in Italia le farmacie», in quanto «escluse o poco integrate sia nel servizio di assistenza domiciliare integrata (ADI) territoriale, sia nella Medicina di Gruppo nel territorio per l’erogazione di servizi alla collettività». Anche dall’osservazione del quadro relativo alla Farmacia dei servizi, emerge che il modello «stenta ancora a decollare».
Con riferimento all’organizzazione interna, «nel 63% delle farmacie intervistate è presente il servizio CUP pubblico, la quasi totalità offre il servizio di prenotazione di prestazioni e esami, mentre ci sono percentuali più ridotte per quanto riguarda il pagamento del ticket e ricezione e consegna dei referti». Inoltre, sempre più farmacie «erogano prestazioni analitiche di prima istanza, quali test ed esami diagnostici (78% dei casi), esami di secondo livello mediante dispositivi strumentali (64% dei casi), in misura ancora residuale servizi di telemedicina, eccezion fatta per la telecardiologia che è invece abbastanza diffusa». Tra gli esami diagnostici il Rapporto cita «la glicemia (96%), il colesterolo totale (92%), trigliceridi (83%), emoglobina glicata (50%)», ma anche altri tipi di test, sebbene si trovino «con minor facilità».
Tra le altre aree prese in considerazione vi è quella relativa alla presa in carico del paziente, dove «nel 65% dei casi le farmacie sono dotate di un sistema informatizzato o piattaforma web capace di rispondere alle necessità legate alla effettiva presa in carico dei pazienti. Mentre solo il 19% ha adottato protocolli o procedure per personalizzare il consiglio sui diversi target di utenza». Invece, nel coinvolgimento della farmacia nei servizi territoriali, «si registra uno scarso coinvolgimento delle farmacie da parte delle ASL», nello specifico, «solo il 7% delle farmacie viene coinvolto nell’erogazione dell’Assistenza Domiciliare Integrata, mentre è assolutamente residuale il coinvolgimento nelle diverse forme di Medicina di gruppo territoriale».
Dal campione preso in considerazione dal Rapporto emerge il grande contributo che le farmacie elargiscono sul territorio, mediante l’adesione a campagne di prevenzione e screening organizzate da ASL e Regioni, alle quali «partecipano la quasi totalità delle farmacie (87%)». Diverso è invece il risultato dell’area relativa alla gestione del paziente cronico, spazio in cui solo nel 44% dei casi si osserva l’adesione «a progetti e iniziative a supporto dell’aderenza terapeutica per persone affette da patologie croniche, in particolare per patologie cardio-vascolari (73%), endocrine (67%), respiratorie (46%) e metaboliche (35%)», probabilmente a cauda del fatto che «nel 90% i servizi svolti in tali iniziative non sono remunerati».
Infine, il Rapporto evidenzia il differente contributo apportato dalle farmacie dislocate territorialmente in Aree interne o Aree Esterne della penisola, evidenziando che «la peculiarità del contesto nel quale incidono le farmacie presenti nelle Aree Interne fa sì che esse si focalizzino su particolari target di popolazione o si specializzino per alcune prestazioni: i farmacisti sono molto più sollecitati a rispondere ai bisogni della popolazione anziana».
Documenti allegati:
– Abstract del primo Rapporto annuale sulla farmacia
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