Il ransomware è un software malevolo capace di propagarsi in maniera autonoma. Una volta installato, può limitare l’accesso al dispositivo che infetta. Dopo l’avvenuta installazione, inoltre, i cyber-criminali chiedono all’azienda infettata un riscatto necessario per rendere nuovamente operativo il sistema contaminato. L’infezione può manifestarsi attraverso la criptazione dei dati al fine di renderli illeggibili. Il più noto tra tutti, è CryptoLocker, un ransomware apparso alla fine del 2013 che ha infettato migliaia di macchine ed ottenuto circa 3 milioni di dollari prima di essere reso innocuo dalle autorità. Tale tipologia di attacchi, sebbene non attengano alla sfera dei problemi hardware, rischiano di mettere in ginocchio un’attività, generando dei blocchi operativi ed esponendo l’impresa costi significativi, sia per il ripristino dei sistemi, sia legati alla mancata operatività che genera un disservizio all’utenza.

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A fare il punto sulle conseguenze che nel corso del 2019 le Pmi hanno dovuto affrontare in seguito ad un’infezione da ransomware, è la ricerca annuale Global state of the channel ransomware report, edita da Datto, fornitore a livello mondiale di soluzioni IT, tra cui disaster recovery, networking, soluzioni di backup e sincronizzazione dei file. Nel dettaglio, Datto evidenzia  nel rapporto che ad oggi «il ransomware rimane la minaccia malware più importante», riscontrando che nel corso del 2019 una Pmi su cinque ha riferito di essere stata vittima di un attacco ransomware. In aggiunta a ciò, Datto puntualizza che «il riscatto medio richiesto dagli hacker è in aumento», con una cifra intorno intorno ai 6.000 dollari americani, in crescita del 37% anno su anno. Ne consegue che «i costi di downtime – si legge nel rapporto – sono aumentati del 200% su base annua e il il costo dei tempi di fermo è 23 volte maggiore del riscatto medio richiesto nel 2019».

Dunque, la necessità di agire in maniera proattiva e mettere al sicuro la propria struttura IT mediante una serie di iniziative hardware e software, ma anche attraverso la formazione del personale per il corretto utilizzo delle tecnologie in ambito lavorativo. Solo alcuni giorni fa la notizia della cessazione del supporto ai sistemi operativi Microsoft Windows 7 e Windows Server 2008. A distanza di 10 anni dal lancio del sistema operativo Windows 7, installato su milioni di computer nel monto, tra cui quelli di numerose farmacie, Microsoft cesserà lo sviluppo di tali piattaforme il 14 gennaio 2020.

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