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Nella sua comunicazione, il Conai ha specificato quali tipologie di imballaggi sono coinvolte: è il caso delle buste di plastica da fornire alla clientela, sia biodegradabili e compostabili che riutilizzabili, ma anche di nastri adesivi ed etichette. Federfarma precisa che «è opportuno, prima di procedere con il questionario, ritrovare e avere a portata di mano le fatture relative ai fornitori degli imballaggi in questione perché dopo aver risposto affermativamente alla prima domanda volta a conoscere se sono stati eseguiti acquisti di tale materiale dal 2017, viene chiesto di indicare quanti sono i relativi fornitori, ossia, tramite menù a tendina, il numero esatto. Per ogni fornitore, una domanda chiede solo di indicare la partita Iva e le modalità di esposizione del CAC». Quindi alla domanda successiva, «volta ad appurare se siano stati effettuati acquisti presso fornitori esteri, essendo presumibile che la farmacia ricorra solo a fornitori nazionali, risponderà in senso negativo. A tale riguardo è opportuno ricordare che in caso di acquisto di tali imballaggi da un fornitore estero, la farmacia viene considerata dal Conai quale primo utilizzatore, tenuto, in tal caso, a corrispondere al Conai il relativo contributo ambientale».
Infine, la mail del Conai «ricorda che nel caso in assenza di dati da comunicare (ossia nel caso in cui non siano stati effettuati acquisti dei materiali di imballaggio, oggetto del questionario) non occorre dar seguito alla richiesta. Viceversa in caso di dati da comunicare, la risposta da parte della farmacia al questionario pervenuto dovrà avvenire entro 30 giorni dal suo ricevimento».
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