promemoria cartaceo“Promemoria cartaceo via email: favorevoli o contrari?”: è questo il titolo del sondaggio inviato a circa 10 mila farmacisti titolari di farmacia iscritti alla newsletter di FarmaciaVirtuale.it. Un argomento da noi già ampiamente trattato, che proprio pochi giorni fa ha visto l’intervento di Federfarma: la Federazione, richiamando la propria nota trasmessa in aprile 2016 a Ministero della Salute, Ministero dell’Economia e delle Finanze e Garante della privacy, ha ribadito il divieto di trasmissione per email, da parte del medico direttamente alla farmacia, del promemoria cartaceo relativo alla ricetta dematerializzata. I commenti giunti in risposta al sondaggio sono davvero tanti: cerchiamo di porre in evidenza alcuni tra i più significativi. Alla domanda «Sei favorevole all’invio via email, dal medico alla farmacia, del promemoria cartaceo ricetta elettronica? », il 71% dei soggetti coinvolti ha risposto negativamente. Per alcuni si tratta di un comportamento da evitare perché «si presta a favorire illeciti», «è illegale e non deontologico», «si prefigurerebbe l’accaparramento tra medico e farmacia», «si favorisce l’aggiotaggio da parte di farmacie e gruppi di farmacie a discapito della libera scelta del cittadino e delle farmacie più piccole e oneste», «il promemoria è un codice di accesso di proprietà del paziente e non della rete», «viene favorita la farmacia amica del dottore», «se questa pratica andasse a regime si potrebbero infrangere tutti i codici della deontologia e sarebbe un grande rischio», «favorirebbe ancor di più comportamenti fraudolenti e scorretti di alcuni medici e farmacisti già in essere», «si innescherebbe un sistema di connivenza e corruzione medico farmacia», «in caso di mancanza di energia elettrica o di un problema al computer non si potrebbe più operare», «resterebbe in carico alla farmacia l’onere della stampa», «è un aggravio di lavoro per i farmacisti e potrebbe configurarsi il reato di comparaggio», «condiziona la libertà di scelta del paziente», «è un modo per “sporcare” il mercato e impedire la libera concorrenza». Secondo altri, invece, può essere considerata una pratica positiva, in quanto «il paziente può essere realmente impossibilitato a recarsi dal medico», «agevola le persone, soprattutto anziane, ad avere il farmaco in tempo utile», «spesso le farmacie hanno un orario di apertura più esteso rispetto agli studi medici», «aiuterebbe i pazienti cronici con orari lavorativi che mal si conciliano con quelli del medico», «agevolerebbe i pazienti momentaneamente fuori provincia o regione», «eviterebbe perdite di tempo» e permetterebbe «maggiore efficienza». Alla domanda personale che chiede “Hai ricevuto il promemoria di ricetta elettronica via email?” solo il 23% ha risposto positivamente, motivando in modi diversi: «per favorire il cliente», «perché il malato era impossibilitato ad uscire di casa», «perché il medico non era presente nel suo ambulatorio e il farmaco era urgente», «solo su richiesta del paziente», «per farmaci di difficile reperibilità», «per emergenze». La maggior parte del campione ha invece risposto negativamente, spiegando di non avere «collegamenti con nessuno», di volere che «il paziente si senta libero», di aver sempre «detto a medici e pazienti che le ricette per correttezza non possono arrivare in farmacia», di non ritenerla una «pratica etica» né «lecita», di considerarsi «una persona onesta a cui gli intrallazzi non sono mai piaciuti». “Ritieni che questa pratica debba essere regolamentata?” è stato infine l’ultimo quesito, al quale gli interlocutori hanno dato risposta affermativa nel 71% dei casi. «Bisogna avere massima trasparenza a garanzia di tutti», è il commento rilasciato da un farmacista, a cui si associano tanti altri, che scrivono: «per evitare che si creino favoritismi tra medici e farmacisti», «per non favorire l’accaparramento e garantire la libertà dei pazienti», «per punire gli illeciti in maniera seria», «per creare standard lavorativi di qualità e dare al cliente informazioni corrette», «per renderla tassativamente proibita nel verso medico farmacia, ma permessa nel verso medico paziente», per «consentirla in casi precisi e di effettiva utilità», «per evitare abusi», «imbrogli» ed «equivoci», «a tutela della salvaguardia della salute del cittadino/cliente». Per molti la pratica dovrebbe essere assolutamente «vietata» e «dovrebbero essere aumentate le pene e i controlli».

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