Alla fine del mese di febbraio del 2016 il governo italiano ha approvato e inviato alla Commissione europea il Piano nazionale di riforma delle professioni, anche se esso non è stato ancora pubblicato dal dipartimento delle Politiche europee della presidenza del consiglio. A spiegarlo è Federfarma che sottolinea come il documento rivesta «una notevole importanza in quanto porta a compimento la ragguardevole opera di autovalutazione nazionale delle regolamentazioni relative all’accesso alle professioni (sono 174 quelle censite nel nostro Paese), attività richiesta dalla Commissione Ue a tutti gli Stati membri».
Nel Piano il governo ha evidenziato, per ogni professione regolamentata, le azioni da intraprendere per conformare eventualmente il diritto interno a quello comunitario, in tema in particolare di non discriminazione, di interesse generale e di proporzionalità. «Secondo il programma stabilito dalla Commissione UE – prosegue l’associazione di categoria – dopo l’invio dei Piani di riforma nazionali e proprio alla luce di tali piani, l’organismo esecutivo europeo dovrà proporre eventuali azioni correttive, tra le quali non si esclude anche di ricorrere, successivamente, all’apertura di specifiche procedure d’infrazione. Secondo fonti del dipartimento delle Politiche europee, il report della Commissione europea, con le adeguate azioni correttive richieste ad ogni Paese, dovrebbe essere pubblicato nel prossimo mese di aprile».
Per quanto riguarda la professione di farmacista, il primo aspetto che il governo ha tenuto a sottolineare è che «l’obiettivo sottostante alla regolamentazione nazionale della categoria è legato ad un motivo imperativo di interesse generale, ovvero alla necessità di tutelare la salute pubblica. Successivamente la relazione ha valutato gli indicatori occupazionali: risultano iscritti agli Ordini dei farmacisti 91.062 professionisti, di cui circa 80.000 attivi. Questi ultimi sono così suddivisi: il 3 % nel Servizio Sanitario Nazionale, il restante 97 % in altri settori (farmacie private, industrie farmaceutiche, scuola). Secondo Almalaurea, inoltre, ad un anno dalla laurea un farmacista su due dichiara di lavorare; il rapporto tra numero di farmacisti per 1000 abitanti è di 1,4. Sono inoltre solo 17 i farmacisti europei che risultano in possesso dell’abilitazione per lavorare in Italia grazie al reciproco riconoscimento delle qualifiche, mentre sono 455 i farmacisti italiani che l’hanno ottenuta per potersi stabilire in altro Paese dell’UE».
Valutata la normativa, il governo italiano ha spiegato che «l’interesse generale è ampiamente tutelato» e pertanto ha dichiarato all’Ue di non ritenere necessarie modifiche.
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