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Nel testo si chiede che innanzitutto che le informazioni relative ai prodotti siano sempre disponibili anche in lingua italiana all’interno delle confezioni o sugli imballaggi. Quindi si precisano le competenze del ministero e di altri enti in materia di controlli. In particolare, spetta allo Stato la predisposizione di un piano pluriennale di vigilanza, «da approvare con accordo in Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, contenente ruoli e responsabilità di tutti gli attori del sistema nazionale dei controlli; obiettivi, criteri di priorità, modalità e procedure di esecuzione delle attività di controllo nonché delle attività di campionamento; i criteri per l’individuazione dei laboratori per l’effettuazione delle analisi; le modalità di rendicontazione periodica delle predette attività; i termini e le modalità di raccolta ed elaborazione dei dati».
Saranno quindi Regioni e Province autonome ad essere incaricate di dare attuazione concreta al piano pluriennale. Esse effettueranno i controlli necessari lungo la filiera assieme ai «Nuclei Antisofisticazione e Sanità del Corpo Carabinieri (NAS), la Guardia di finanza, gli Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera (USMAF-SANS)». Il decreto specifica poi che gli organi deputati alla operazioni di vigilanza potranno «richiedere dati o informazioni alle persone responsabili e ai distributori». Infine, si precisa che i prelievi di campiono potranno essere effettuati anche «presso i siti di produzione e di immagazzinamento, compresi quelli degli importatori e di tutti gli anelli della catena di distribuzione incluso il dettagliante, nonché nei luoghi di alto consumo di prodotti cosmetici».
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