Un cambio di rotta appare evidente nelle strategie di Walgreens Boots Alliance. Poco più di un anno fa, il dirigente Stefano Pessina spiegava al Sole 24 Ore che il suo gruppo – all’epoca ancora Alliance Boots – non era interessato a nuovi investimenti in Italia, a causa della scarsa redditività di questi ultimi. L’obiettivo era di mantenere la quota di mercato all’epoca in mano all’azienda, che garantiva a quest’ultima un fatturato pari ad 1,5 miliardi di euro (a fronte di circa 1.200 posti di lavoro).
Al contrario, alla fine del mese di ottobre del 2015, in un’intervista rilasciata sempre al Sole 24 Ore, la dirigente di Walgreens Boots Alliance, Ornella Barra, ha spiegato quale sia attualmente l’intenzione del suo gruppo. Ovvero quella di investire «in modo preponderante» sul territorio della penisola, a condizione che le novità presenti nel disegno di legge sulla Concorrenza al vaglio del Parlamento «rimangano inalterate, rispetto alla questione dell’ingresso delle società di capitali nella farmacia».
In un commento inviato al nostro portale, Francesco Pragliola, ex presidente di Federfarma Caserta, osserva che «dopo le dichiarazioni tranquillizzanti di Pessina sulla volontà di non investire in Italia, sono arrivate quelle della Barra che si augura che venga approvato in tempi brevi il ddl sulla concorrenza, quindi la nuova intervista nella quale la dirigente dichiara, in modo esplicito, che è pronta ad investire non più un miliardo come precedentemente annunciato, ma addirittura in modo “preponderante”».
«Con raffinata spregiudicatezza – prosegue Pragliola – la Barra afferma che i farmacisti non devono avere alcuna preoccupazione perché avranno la libertà di rimanere indipendenti, o crearsi una catena o anche di aggregarsi ad altre catene oppure di fare una partnership con altri. E chi se non Walgreens Boots Alliance? Come potrebbe operare il gruppo se nessun farmacista vendesse?». Secondo l’ex dirigente di Federfarma, «se i farmacisti vogliono contrastare una fine ormai prossima sia per i piccoli che per i grandi, non resta che identificarsi con un’unica realtà che è FederFARMACO, nella quale dovranno fondersi tutte le cooperative per operare come unico distributore e produttore di farmaci e parafarmaci, affiancata da Federfarma Servizi per la formazione, per le attività di marketing e di merchandising e da una società finanziaria per il sostegno alle farmacie in difficoltà o per rilevare gli esercizi in fallimento».
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