
Il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe sullo stato di avanzamento del Pnrr Missione Salute, aggiornato al secondo trimestre del 2025, ha messo in luce un quadro complesso a un anno dalla scadenza definitiva prevista per giugno 2026. Sebbene tutte le scadenze formali siano state rispettate, permangono ritardi in almeno cinque dei quattordici obiettivi europei da completare. L’82% delle risorse finanziarie risulta ancora non speso, sollevando preoccupazioni sulla capacità di concludere i progetti nei tempi previsti. La spesa sostenuta si attesta al 18%, posizionando la Missione Salute al penultimo posto per utilizzo dei fondi, davanti solo alla Missione 5 (Inclusione e Coesione).
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Le criticità maggiori: assistenza territoriale e digitalizzazione
Tra i target più in ritardo spiccano quelli legati alla riorganizzazione dell’assistenza territoriale. Le Case della Comunità, previste in numero di 1.038, risultano pienamente operative solo nel 15,8% dei casi, con appena il 4,4% dotate del personale necessario. Situazione analoga per gli Ospedali di Comunità, dove solo il 40% delle strutture ha attivato almeno un servizio. Anche il potenziamento dei posti letto in terapia intensiva e semi-intensiva procede a rilento, con solo un terzo degli obiettivi raggiunti. Altri ritardi riguardano gli interventi antisismici negli ospedali, con una spesa effettiva ferma all’11%, e l’adozione del Fascicolo sanitario elettronico (Fse), ancora lontana dall’essere completata in tutte le Regioni. Solo sei documenti su sedici sono disponibili a livello nazionale, e solo il 42% dei cittadini ha fornito il consenso alla consultazione dei propri dati.
Target in via di completamento e mancanza di trasparenza
Quattro obiettivi risultano invece in fase avanzata o già completati: i progetti di ristrutturazione ospedaliera, l’assistenza domiciliare integrata per gli over 65, l’acquisto di grandi apparecchiature sanitarie e i contratti di formazione specialistica. Tuttavia, per cinque target non è possibile valutare lo stato di avanzamento a causa della mancanza di dati pubblici, tra cui telemedicina, digitalizzazione degli ospedali, e alimentazione del Fse da parte dei medici di medicina generale. Il presidente Cartabellotta ha invocato maggiore trasparenza e una collaborazione stretta tra Governo, Regioni e Asl per evitare il rischio di non rispettare gli impegni europei o di generare disuguaglianze territoriali.
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