Si è tenuto il 18 gennaio 2017, a Roma, su convocazione della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani, un incontro con l’obiettivo di discutere della revisione del piano di studi che occorre seguire per conseguire la laurea in Farmacia. Un primo, prudente, giudizio sulla riforma è stato già avanzato dal presidente della stessa Fofi, Andrea Mandelli, in un’intervista concessa a FarmaciaVirtuale.it, nella quale il parlamentare ha spiegato che «il Comitato centrale della Federazione ha acquisito ed esaminato la proposta elaborata dalla Conferenza dei Direttori di dipartimento. La riforma del corso di studi, sulla quale la Fofi deve per legge formulare un parere, è uno dei nodi centrali nello sviluppo del ruolo professionale. Per questo l’apposita Commissione federale, che è coordinata dal segretario Maurizio Pace, svolgerà anche una serie di audizioni delle componenti professionali e degli altri soggetti che a diverso titolo sono coinvolti, perché è necessario che la valutazione sia approfondita e articolata al massimo grado. È evidente, da quanto la Fofi ha finora sostenuto, che riteniamo che il corso di studi vada modificato in funzione di preparare il farmacista a svolgere un ruolo sempre più attivo nel processo di cura. E questo vale nel territorio come nell’ospedale».
Sulla questione è intervenuto anche il Movimento nazionale liberi farmacisti, che ha ribadito una posizione contraria «a qualsiasi ipotesi di numero chiuso a farmacia». L’orientamento del Mnlf è stato sintetizzato in un documento consegnato alla Fofi, nel quale l’associazione fornisce un giudizio piuttosto positivo: «È apprezzabile lo sforzo, tra l’altro richiesto anche dall’Ue, di costituire un “core” univoco di studi comuni a tutte le facoltà». Così come «l’intento di introdurre nella preparazione scientifica significativi elementi di patologia sia generale che clinica, tali da rendere il futuro farmacista in grado di valutare con maggiore cognizione di causa lo specifico intervento farmacologico. Positivamente vengono valutati poi altri strumenti utili a dialogare con diverse figure professionali, quali l’implementazione degli studi statistici, la farmacovigilanza, la farmacoepidemiologia, la biochimica applicata ed il management. Giusto, altresì, l’intento di allargare le competenze del futuro professionista in scienza dell’alimentazione e sul variegato mondo degli integratori alimentari: settori ampiamente in crescita che necessitano di una preparazione più puntuale ed attuale». Secondo il Mnlf, il progetto deve dunque «guardare con maggiore attenzione a nuovi orizzonti lavorativi, abbandonando una concezione farmacia-centrica ed abbracciando le nuove opportunità che il mercato del lavoro offre». Sarebbe inoltre utile «introdurre tra gli esami obbligatori comuni anche strumenti di amministrazione e gestione aziendali, fornendo al laureato, indipendentemente o meno se il proprio futuro sarà nella farmacia di famiglia, la possibilità di spendere queste conoscenze anche in altri campi affini». In generale, ha concluso l’associazione, «il progetto di revisione del piano di studi rappresenta certamente un buon punto di avvio, che necessita però di una visione d’insieme più ambiziosa, ove “osare” immaginare un ruolo da protagonista per il farmacista di domani diventa non solo doveroso, ma certamente auspicabile».
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