Si è chiusa con oltre 1500 visitatori la terza edizione di PharmEvolution, la convention regionale organizzata da Federfarma Catania nell’ultimo weekend di ottobre che ha potuto contare sulla partecipazione dei principali attori della filiera. Tra le novità più salienti emersi nella due giorni siciliana, un innovativo sistema di autoanalisi del sangue con rilascio del referto in soli 7 minuti, la macchina per l’esame Moc, Mineralometria ossea computerizzata, e soprattutto l’emergere della consapevolezza della necessità di un approccio più manageriale alla farmacia per dare risposta al mutato scenario economico. FarmaciaVirtuale ha sentito le voci di alcuni protagonisti dell’appuntamento catanese e prova a tracciare un bilancio delle questioni preminenti anche per chi non ha potuto parteciparvi.
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«C’è stato un salto di qualità rispetto alle precedenti edizioni – racconta a FarmaciaVirtuale Claudio Distefano, presidente di Fenagifar, Federazione nazionale associazioni giovani farmacisti –, con un’ampia zona fieristica e un’ottima partecipazione dei colleghi. Un dato importante è la partnership tra farmacisti e aziende del settore, e la nuova visione della farmacia come impresa: negli ultimi tempi è cambiato il ruolo del farmacista e la funzione del farmaco, e di conseguenza è cambiata la farmacia. La cronica sottocapitalizzazione della farmacia un tempo veniva compensata dai margini più ampi, mentre ora i nodi vengono al pettine; serve perciò che la farmacia venga gestita con tecniche imprenditoriali, che ci sia maggiore formazione manageriale, di gestione, ma anche che il farmacista sia meno individualista e faccia di più rete, che è il tema del nostro congresso 2014, con tutta la filiera. Durante il nostro convegno Fenagifar a PharmEvolution, Credifarma, e FarmaFidi hanno inoltre presentato il progetto “Farmacia sicura”, un utile strumento concreto che prevede per le farmacie in sofferenza finanziaria la possibilità di usufruire di un tutoraggio per cercare di recuperare la situazione».
Da una parte è emersa dunque una realtà fatta di tagli e crisi crescente, dall’altra le necessità di reagire al nuovo scenario con nuovi strumenti. «Non sono più ammissibili sforbiciate in un settore così importante e che consente risparmi al Servizio sanitario evitando ricoveri impropri e assolvendo anche a un ruolo sociale e di ascolto», ha dichiarato il sottosegretario all’Agricoltura Giuseppe Castiglione inaugurando PharmEvolution, mentre il vicepresidente di Federfarma Gioacchino Nicolosi ha sottolineato come «I numeri dicono che a fronte di un calo di almeno il 30% del fatturato, sono aumentate le ricette; quindi diminuisce la redditività e aumenta il lavoro in farmacia e conseguentemente le spese. Il farmacista è sempre più chiamato a diventare imprenditore, senza mai mettere da parte quella profonda umanità e propensione all’ascolto che lo distingue da altri professionisti».
PharmEvolution e la capacità di fare impresa
Numerosi sono stati gli interventi che hanno puntato sulla capacità di fare impresa, come quello del rettore dell’Università di Catania Giacomo Pignataro, che ha annunciato di non escludere l’inserimento nel corso universitario di materie di economia aziendale, perché se è vero che il farmacista è anzitutto un professionista sanitario, «questo non è incompatibile con l’acquisizione di conoscenze per una gestione virtuosa della farmacia che può dare un contributo positivo al Sistema sanitario nazionale in termini di efficienza e di risparmio. Il farmacista infatti è un utilizzatore di risorse proprie e collettive nel rapporto con il Ssn, e deve avere competenze di tipo manageriale ed economico per un uso efficiente». A tal proposito molto interesse ha suscitato la “Matrice delle 4M”, teorizzata da Franco Falorni dello Studio Falorni di Ospedaletto Pisa, commercialista e docente a contratto all’Università di Pisa specializzato nella consulenza gestionale e contabile per le farmacie. Il modello serve a comprendere in quale situazione si trova il farmacista, a seconda della resa (tolti dall’utile tutti i costi, compresi tasse e stipendi del titolare) e della capitalizzazione (cioè la differenza annuale tra l’attivo e i debiti) della sua farmacia. È “Malato” se la farmacia non ha resa ed è decapitalizzata, un “Mago” se la farmacia ha resa pur avendo capitale negativo, un “Matto” se la farmacia è capitalizzata ma non rende, un “Maestro” se la farmacia ha buona resa ed è capitalizzata. L’unica ipotesi virtuosa, quest’ultima; per tutte le altre, come ha già spiegato in precedenza Falorni a FarmaciaVirtuale, meglio correre ai ripari con dei correttivi prima che sia troppo tardi.
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