pfizer«Il settore dei prodotti venduti direttamente al consumatore, farmaci da banco, è molto importante per Pfizer e non lo cederemo», ha detto il Ceo Ian Read. Si tratta infatti di un listino di prodotti che comprende nomi come Advil, antidolore, e il marchio Centrum per le vitamine. Fattura 3,2 miliardi di dollari e può diventare in futuro il contenitore di farmaci a brevetto scaduto, opportunamente trasformati in OTC, magari riformulati con dosaggio più basso, ma che continuano a sfruttare il loro nome famoso, rimasto nell’orecchio di tanti potenziali consumatori. Per fare queste manovre occorre però, oltre a buoni prodotti, un canale distributivo mantenuto in piena efficienza. L’anno scorso Pfizer ha ceduto a Nestlé la nutrizione per l’infanzia e ha quotato in Borsa e poi scorporato dall’azienda l’Animal Health, oggi Zoetis. Tutte mosse che fanno parte della nuova onda D&S (Divorces & Sales) che sta scalzando nel farmaceutico quella del M&A (Mergers & Acquisitions) finora imperante. Read ha detto che non si è ancora deciso niente ma non ci meraviglieremmo se dentro all’azienda, con occhio lungo, si separasse il business dei farmaci innovativi e sotto brevetto da quello delle medicine a brevetto scaduto, comprendente anche gli OTC. “Ci sarebbe un ulteriore valore aggiunto se Pfizer dividesse la Società in due parti, con quella degli OTC che va di pari passo con il business dei generici” ha detto M. Schoenebaum, analista del New York International Strategy & Investment Group. Intanto Pfizer espande gli OTC: ha comprato da AstraZeneca i diritti per la versione OTC di Nexium, con esomeprazolo, per iperacidità gastrica; e vuole trasformare in OTC l’anticolesterolo Lipitor, il suo prodotto di punta, il più alto fatturato del mondo, uscito da poco dalla brevettazione. Tutte mosse da attuare con ponderatezza in USA ed Europa, ma sempre con lo sguardo sui mercati emergenti, che fra pochi anni condizioneranno le strategie e nei quali il passaggio da etico a OTC è anche più semplice. Pfizer ha deciso di non ripetere errori come quelli fatti nel 2006, quando vendette a Johnson & Johnson il pacchetto degli OTC, comprendente farmaci come Listerine o Benadryl o Zantac, tanto per citarne qualcuno. Gli OTC hanno margini minori di quelli degli etici, un altro metodo di vendita, bisogno di pubblicità diretta al consumatore e chiedono quindi all’azienda di avere una seconda anima. Ma hanno un vantaggio, dicono gli analisti: non sono assediati da quei rompiscatole dei generici.

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NCF – N.4 – maggio 2013

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