patto della salutePromuovere i fondi integrativi, attraverso una forma di welfare aziendale – che in molti casi già esiste, ma di cui spesso si ignora l’esistenza- e accordi disciplinati per evitare speculazioni, può decongestionare il sistema sanitario nazionale. Vi si potrebbero inserire obbligatoriamente, ad esempio, all’interno, gli screening dedicati alla prevenzione.
Ma la parola d’ordine è innanzitutto Formazione. Senza non si può fare governance. La sanità continua ad essere considerata un settore sul quale effettuare risparmi con i tagli lineari, mentre dovrebbe essere considerata una formidabile leva per lo sviluppo, non solo per promuovere il benessere e l’uguaglianza fra le persone, ma anche per favorire l’occupazione, la ricerca e l’innovazione. Per farlo, occorrono capacità di amministrazione appropriata delle risorse e di controllo della qualità della spesa.
Un problema di sostenibilità del sistema sanitario nazionale esiste. Ma prima di aumentare i ticket, occorrerebbe fare una battaglia seria agli sprechi e alla corruzione che, a quanto ci dice la Corte dei Conti, vale 6mld di euro solo nella sanità. Gare al massimo ribasso e proroghe infinite di appalti ci raccontano di criticità a cui non è solo con la centralizzazione degli acquisti che si può dare una risposta credibile. Né può essere ridotto tutto ad un problema contingente legato ai tagli. È un problema di prospettiva.
L’11% dei cittadini italiani nel 2013 ha rinunciato a curarsi per problemi economici. Il 75% delle famiglie si è dovuta rivolgere al privato soprattutto per porre rimedio alle mancanze del sistema pubblico. La famiglia, che negli ani ’70, rappresentava una rete efficiente di protezione sociale, oggi è un nucleo indebolito da politiche sbagliate e attacchi continui.
La spesa sanitaria è stimata, nei prossimi 30 anni, per oltre 180mld di euro. Se a questo si aggiungono le dinamiche demografiche e l’aumento delle aspettative di vita, con il 78% delle risorse economiche nella sanità che viene speso negli ultimi 5 anni di vita, si comprende ancora di più come il problema della qualità della spesa sia fondamentale. Qual è l’investimento che si fa per le cronicità, l’assistenza agli anziani, la disabilità?
Si arriva al paradosso che dopo un dedalo di pratiche burocratiche, si concede l’indennità di accompagnamento che poi però va a sommarsi al reddito e pesa sull’eventiale diritto di esenzione dal ticket. Una follia.
Dalla indagine promossa nella Commissione sanità del Senato, che ho fortemente sostenuto, sulla sostenibilità del ssn, è emersa una patologia tutta italiana: dei circa 30mld di euro di spesa nell’ambito sanitario l’80% è inintermediata.
È, dunque, un problema di governance. E le Regioni hanno una responsabilità non trascurabile. Alcune, molto di piu di alte, come la Puglia che in dieci anni di governo stabile non ha saputo costruire un modello di riorganizzazione del sistema adeguato alle esigenze territoriali”.
Lo ha dichiarato il sen. D’Ambrosio Lettieri, capogruppo FI Commissione Sanità Senato intervenendo a Bari alla tavola rotonda organizzata da Confindustria Puglia sul Patto della Salute 2014/2016, sostenibilità del ssn e ruolo delle assicurazioni e dei fondi integrativi.

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