Il parallel trade è un processo di importazione di farmaci dall’estero, che vengono riconfezionati in Italia e reimmessi nella filiera distributiva. L’attività è regolamentata dall’Aifa e permette di offrire alla farmacia un maggior assortimento e margini più elevati. «Il parallel trade è una realtà presente in Italia fin dagli anni Novanta – spiega a FarmaciaVirtuale.it Francesco Pelliccia, direttore commerciale di Farmed Srl, società specializzata nel parallel trade di medicinali -. Si basa su quadri normativi dell’UE che permettono a una serie di aziende, autorizzate e identificate dall’Aifa, di acquistare specialità farmaceutiche in alcuni paesi della Comunità Europea, portarli in Italia, riconfezionarli e reimmetterli all’interno della filiera distributiva della farmacia. Questa attività permette di ampliare l’offerta all’interno del canale. A parità di prodotto, inoltre, viene garantito al farmacista un margine superiore».

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Perché il parallel trade?

La scelta di avviare un processo di importazione parallela dei farmaci dall’estero deriva da una serie di vantaggi che si ottengono sia dal punto di vista economico sia dell’assortimento. Pelliccia ne spiega le motivazioni: «Numerose molecole di farmaci di fascia A e C, oltre a vari Otc, dispositivi e medical device sono acquistabili in paesi dove i prodotti sono tecnicamente venduti a un prezzo più basso. Una volta portati in Italia, vengono riconfezionati all’interno di appositi stabilimenti e reimmessi nella filiera distributiva. Si importano prevalentemente molecole già presenti all’interno della filiera distributiva italiana e in genere si tratta di prodotti molto noti, che hanno una loro storia commerciale. Il prodotto è assolutamente identico a quello originale, non viene toccato in alcun modo se non nel packaging secondario e non viene modificata la data di scadenza. Quindi, di fatto, il farmaco è assolutamente identico a quello che già troveremmo in Italia».

Mercato stabile con pochi player

Pelliccia analizza le caratteristiche del parallel trade effettuato in Italia, evidenziandone la stabilità degli ultimi anni e la maggior concentrazione degli operatori. «In Italia il mercato dell’importazione parallela di farmaci è un mercato ormai stabile, che si aggira intorno ai 170-200 milioni di euro. Si riscontra però una maggior concentrazione dei top player, che sono attualmente meno di cinque. L’attività non crea disequilibri a livello europeo, in quanto nessun paese si priva dei farmaci di cui ha bisogno ed esporta solo quanto è in grado di fare. Non tutti però possono fare importazione parallela. Gli importatori presenti in Italia sono ufficialmente autorizzati e censiti da Aifa, che è anche l’ente regolatorio che autorizza il cosiddetto dossier di importazione della molecola da un determinato paese. È quindi un mercato estremamente regolamentato».

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