
La ratio è dunque legata a fattori di prevenzione: «Ci sono buone ragioni che ci hanno indotto a decidere di limitare l’accesso alle compresse di paracetamolo, con l’obiettivo di proteggere la salute pubblica», ha spiegato in un comunicato un responsabile dell’azienda, secondo quanto riferito dal quotidiano economico francese Les Echos. La Läkemedelsverket ha in particolare rilevato un abuso del farmaco a fini autolesionisti, concludendo che la vendita in luoghi alternativi alle farmacie costituisca «un fattore di rischio considerevole», anche in ragione degli orari di apertura osservati dai supermercati che vendono il medicinale senza prescrizione.
A conferma delle proprie convinzioni, l’agenzia di controllo ha realizzato uno studio specifico nel quale analizza l’aumento dei casi di intossicazione. Ciò nonostante, il colosso dell’industria farmaceutica GlaxoSmithKline (che produce i due farmaci a base di paracetamolo più venduti nel Paese scandinavo, l’Alvedon e il Panodil) ha contestato la decisione. Secondo l’azienda britannica, infatti, «a partire dai dati presentati, non è possibile concludere che la vendita nella grande distribuzione sia responsabile della crescita delle intossicazioni», ha spiegato un responsabile parlando all’agenzia di stampa svedese TT. GSK sostiene che anche tra il 2000 ed il 2005 ci fu un aumento, benché all’epoca il il paracetamolo fosse venduto solamente in farmacia.
I medicinali saranno ritirati dagli scaffali dei supermercati a partire dal 1 novembre 2015.
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