Il 12 giugno 2023 è stata presentata la venticinquesima indagine sulla condizione occupazionale dei laureati, realizzata da AlmaLaurea. L’edizione 2023 ha coinvolto circa 670mila laureati di primo e secondo livello (magistrali biennali e magistrali a ciclo unico), provenienti da 78 atenei aderenti ad AlmaLaurea a giugno 2023. Lo studio monitora la situazione occupazionale dei laureati in varie discipline dopo uno, tre e cinque anni dal termine degli studi. Per quanto riguarda i laureati di primo livello, l’indagine è stata circoscritta a coloro che, dopo il conseguimento del titolo, non si sono iscritti a un altro corso di laurea. «La rilevazione svolta nel 2022 – si legge nell’indagine – restituisce un quadro occupazionale sostanzialmente positivo, sia per i neolaureati sia per quanti si sono inseriti nel mercato del lavoro da più tempo, seppure emergano alcuni elementi di criticità. I principali indicatori esaminati (tasso di occupazione, di disoccupazione, ma anche la quota di contratti a tempo indeterminato) confermano il progressivo miglioramento del mercato del lavoro osservato da diversi anni».

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I dati generali

Secondo quanto riporta l’indagine di AlmaLaurea, nel 2022 si registrano i più alti livelli occupazionali dell’ultimo decennio, sia tra i laureati di primo livello sia tra quelli di secondo livello. Il tasso di occupazione a un anno dal conseguimento del titolo ha raggiunto il 75,4% tra i laureati di primo livello (+0,9% rispetto all’anno precedente) e il 77,1% (+2,5%) tra i laureati di secondo livello. A tre anni dal conseguimento della laurea, invece, il tasso di occupazione tocca il 90,3% (+2,0%) tra i laureati di primo livello e l’85,9% (+0,3%) tra quelli di secondo livello. A cinque anni dalla laurea, infine, il tasso di occupazione è pari al 92,1% (+2,5%) per i laureati di primo livello e all’88,7% (+0,2%) per quelli di secondo livello. Tra i percorsi di studio che hanno portato a esiti occupazionali più favorevoli troviamo anche quello farmaceutico. «A parità di altre condizioni – scrivono gli autori del report –, i più favoriti sono i laureati del gruppo informatica e tecnologie Ict, così come quelli di ingegneria industriale e dell’informazione, del gruppo medico-sanitario e farmaceutico e di architettura e ingegneria civile. A questi, inoltre, si aggiungono i gruppi scientifico, agrario-forestale e veterinario, economico nonché educazione e formazione».

Positiva la situazione di medico-sanitari e farmaceutico

Chi ha seguito corsi di studio medico-sanitari e farmaceutici oltre ad avere, come già visto, maggiori opportunità occupazionali rispetto a chi si è laureato in altre discipline percepisce in media anche retribuzioni superiori. Secondo il report, infatti, «rispetto ai laureati del gruppo politico-sociale e comunicazione, percepiscono in media retribuzioni significativamente superiori i laureati dei gruppi medico-sanitario e farmaceutico (+272 euro mensili netti), informatica e tecnologie Ict (+207 euro), ingegneria industriale e dell’informazione (+204 euro), economico (+109 euro), nonché scientifico (+71 euro), educazione e formazione (+62 euro) e scienze motorie e sportive (+46 euro)». Estrapolando i dati del solo gruppo disciplinare medico-sanitario e farmaceutico, a un anno dalla laurea, il tasso di occupazione è pari al 79%. Tra i professionisti occupati, il 46,9% lavora nel settore pubblico, il 48,3% nel privato, il 4,8% per imprese no profit. A tre anni dalla laurea, invece, il tasso di occupazione sale al 90,8% (64,8% nel settore pubblico, 33,5% nel privato e l’1,7% nel no profit). A cinque anni, infine, il tasso di occupazione resta al 90,8%, ma cambiano le percentuali dei lavoratori nel settore pubblico, che scendono al 60,4%, mentre aumentano nel privato (37,6%) e nel no profit (2,0%).

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