Il 19 ottobre 2023 ha avuto il via la decima edizione di FarmacistaPiù, assise annuale dei farmacisti italiani. Il congresso è stato promosso da Federfarma, Fondazione Cannavò e Utifar, con il patrocinio di Fofi e l’organizzazione di Edra, e si è aperto – come nella sua prima edizione – presso le Corsie Sistine di Santo Spirito in Sassia a Roma. Nell’ambito dell’assise, si è svolta la sessione “Il processo di evoluzione della formazione del laureato in farmacia. Il nuovo corso di laurea Lm-13 e il tirocinio pratico valutativo”, presso la sede del Nobile Collegio Chimico Farmaceutico a Roma. La laurea abilitante, la revisione dei corsi di laurea, il tirocinio pratico-valutativo rappresentano momenti cruciali nella evoluzione della formazione universitaria, necessaria per cogliere le esigenze di cambiamento del Ssn e dei bisogni di salute: sono alcuni degli spunti di riflessione emersi durante il convegno.

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Adottare nella realtà il corso di laurea in farmacia. Andrea Mandelli, presidente della Fofi e del Congresso, ha sottolineato che «uno dei sottotitoli del congresso è la parola: competenza. L’adozione del Decreto Grassi ha recepito le nostre istanze e ha aperto il mondo a questa nuova laurea che fornisce nuove competenze al farmacista. Durante la presentazione del corso di laurea durante la scorsa edizione di FarmacistaPiù, avevamo dichiarato due obbiettivi, che sono stati ampiamente raggiunti: preparare il protocollo di tirocinio e, compito più importante, lavorare con i presidenti degli Ordini facoltà per facoltà, al fine di far adottare nella realtà il corso di laurea in farmacia».

Focus su tirocinio e pratica professionale. Secondo Luigi d’Ambrosio Lettieri, presidente della Fondazione Cannavò e vice presidente Fofi, «il patrimonio delle competenze è il presupposto fondamentale per accompagnare l’evoluzione del farmacista e della farmacia nel Ssn. Le competenze sono la porta di ingresso per la legittimazione del ruolo e del riconoscimento, anche economico, di tale presidio e generano un miglioramento dei livelli occupazionali». D’Ambrosio Lettieri ha spiegato che «due sono le grandi evoluzioni che ci sono state in ambito universitario e formativo: il passaggio più recente è costituito dalla firma del protocollo sul tirocinio pratico valutativo. Un aspetto importante introdotto è che tutta l’attività relativa al tirocinio deve essere tracciata e documentata. Nell’ambito del protocollo, infatti, tra le varie previsioni, è stato definito lo strumento del diario del tirocinante, che costituisce la sintesi del percorso di 6 mesi e 900 ore di attività professionale». Inoltre «30 crediti ricadono “sotto la responsabilità professionale”». In questo scenario, «il tutor professionale, che è un farmacista designato dal titolare di farmacia ed è a disposizione dello studente per tutta la durata del tirocinio, diventa una figura di particolare rilevanza. Per questo, Fofi e Fondazione Cannavò hanno in fase di conclusione un corso specifico, della durata di 20-25 ore e dall’approccio pratico-operativo, per approfondire i temi che devono essere affrontati durante il tirocinio».

Dialogo tra ordine professionale e mondo accademico. Paolo Vincenzo Pedone, presidente Cun, ha precisato che «quello di farmacia e chimica farmaceutica è stato il primo corso di laurea che ha raggiunto il traguardo di aver riscritto gli obiettivi formativi, rendendoli coerenti con una professione nei fatti evoluta. Verrà completato a breve il percorso anche per le altre discipline. Oggi, aver costruito nel concreto il percorso della laurea abilitante significa aver fatto entrare il mondo delle professioni all’interno di quello universitario, ponendo le basi per una co-gestione e co-programmazione delle attività formative. La nave è partita, ma non ci aspettiamo che il percorso si fermi alle parole scritte. L’ordine professionale e il mondo accademico hanno in questo periodo dialogato e mi auguro che si consolidi il rapporto costruttivo che è stato sviluppato, nell’obiettivo condiviso che tutti concorriamo alla formazione».

Contenuti del percorso formativo. Giuseppe Cirino, presidente Sif, e delegato Crui, e Gabriele Costantino, direttore del dipartimento di Scienze del farmaco, hanno rimarcato che «gli effetti di quello che facciamo oggi sono visibili tra cinque anni. È allora fondamentale dare corpo a quello strumento previsto della flessibilità, che indica la possibilità di inserire in maniera autonoma altre discipline accanto a quelle che rappresentano i contenuti fondamentali e caratteristici del percorso formativo». Vladimiro Grieco, presidente Fenagifar, ha affermato che «attendevamo da tanto tempo la revisione dei curricula universitari. L’attrattività di farmacia ha registrato, negli anni passati, una leggera flessione, che, anche grazie a queste innovazioni, sembra essere in parte rientrata. I giovani erano alla ricerca di elementi di novità che hanno trovato espressione nelle nuove competenze. Va poi sottolineato un importante effetto del percorso intrapreso: in particolare in relazione al tirocinio pratico-valutativo, c’è, oggi, una omogeneizzazione garantita dal protocollo e dagli strumenti, quali il diario del tirocinante, che era una esigenza sentita a tutti i livelli».

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