I risultati sull’analisi di sopravvivenza globale dello studio di Fase III Flaura2 sono stati resi noti alla World conference on lung cancer 2025 a Barcellona. La ricerca, condotta da AstraZeneca, ha valutato l’efficacia della combinazione di osimertinib e chemioterapia a base di pemetrexed e sali di platino, confrontandola con la monoterapia standard a base del medesimo principio attivo. L’indagine si è concentrata su pazienti affetti da carcinoma polmonare non a piccole cellule in stadio localmente avanzato o metastatico, caratterizzato dalla presenza di mutazioni del recettore del fattore di crescita epidermico.

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Sopravvivenza mediana globale

I dati presentati hanno mostrato un incremento statisticamente significativo della sopravvivenza mediana globale per i soggetti trattati con il regime terapeutico combinato. Il beneficio clinico osservato ha confermato il profilo favorevole del trattamento, consolidando ulteriormente il ruolo centrale di osimertinib nella gestione della popolazione di pazienti presa in esame.

Beneficio clinico significativo e statisticamente rilevante

La sopravvivenza globale mediana ha raggiunto i 47,5 mesi per il braccio di trattamento con la combinazione, a fronte dei 37,6 mesi registrati nel braccio di controllo con la monoterapia. Il dato si traduce in una riduzione del rischio di morte del 23% per i pazienti che hanno ricevuto la terapia di associazione. Le analisi condotte sui sottogruppi predefiniti hanno confermato la consistenza del beneficio riscontrato. Il profilo di sicurezza osservato è risultato gestibile e in linea con le conoscenze preesistenti relative ai singoli farmaci impiegati nello studio.

Benefici di sopravvivenza e un profilo di sicurezza tollerabile

Susan Galbraith, vicepresidente esecutivo, oncology haematology R&D di AstraZeneca, ha spiegato che «i risultati più recenti dello studio Flaura2 stabiliscono un nuovo standard di sopravvivenza per i pazienti con osimertinib più chemioterapia che mostra una sopravvivenza globale mediana di quasi quattro anni nella prima linea del tumore del polmone avanzato con mutazione di Egfr, superando il traguardo di tre anni stabilito dallo studio Flaura. Negli ultimi dieci anni, osimertinib ha costantemente prodotto importanti benefici di sopravvivenza e un profilo di sicurezza tollerabile in tutti gli stadi del tumore del polmone non a piccole cellule, confermando il suo ruolo di terapia fondamentale per il tumore del polmone con mutazione di Egfr».

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