È stata presentata mercoledì 27 marzo 2024 la campagna “Non è come sembra”, iniziativa promossa dall’Associazione nazionale pazienti respiriamo Insieme-Aps, in collaborazione con Edra Spa, con il patrocinio di Siaiic, Siaip, Sigo, Sip/Irs, Simg, Simit, Simri e il contributo non condizionante di Gsk, Moderna e Pfizer. Nel corso dell’incontro di presentazione, Francesco Vaia, direttore generale prevenzione del ministero della Salute, ha annunciato che sta «per firmare la circolare ministeriale per le Regioni, per sottolineare quali sono le azioni per prevenire il virus Rsv, comprese quelle di immunizzazione». Vaia ha sottolineato che «è fondamentale che nella nostra vita, accanto ad una sana alimentazione e all’attività sportiva, entri anche il “calendario della salute2, che inizia dall’allattamento al seno e prosegue per tutta la vita, includendo anche gli screening e le vaccinazioni. La prevenzione, a partire dagli stili di vita, è centrale e strategica per il Ministero della Salute».

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Accendere i riflettori sulla problematica

Simona Barbaglia, presidente dell’Associazione nazionale “Respiriamo insieme”, ha evidenziato che «l’incontro nasce dall’esigenza di un confronto e di costruzione di una nuova alleanza tra il mondo istituzionale, tecnico e clinico con l’obiettivo di accendere i riflettori su questa problematica e tracciare importanti linee di indirizzo che rispondano a domande importanti, a partire da come aumentare la protezione e la consapevolezza rispetto all’Rsv e ai rischi per i pazienti fragili, dai bambini agli anziani, alle persone immunodepresse».

Rsv associata a mortalità e morbilità significative

Citando uno studio del professor Pierachille Santus, condotto su 717 pazienti curati al pronto soccorso dell’Ospedale Universitario Sacco di Milano, Barbaglia ha spiegato che il lavoro svolto nell’autunno-inverno 2022-2023, con sintomi simil-influenzali o insufficienza respiratoria acuta, «ha evidenziato come i pazienti con Rsv avevano la più alta incidenza di insufficienza respiratoria acuta (62,7%) e di malattia grave (70,5%). Lo studio dimostra come l’infezione da Rsv sia associata a mortalità e morbilità significative e questo è inaccettabile in un paese che può vantare un sistema di welfare sanitario come il nostro. Le istituzioni si devono rendere conto che ricerca e innovazione avanzano. La scienza ci sta mettendo a disposizione armi innovative contro l’Rsv: queste armi vanno messe in campo per difendere i pazienti più fragili».

L’importanza della prevenzione dell’Rsv

Marco Alparone, presidente del comitato di settore Regioni-Sanità, Regione Lombardia ha sottolineato che «la Regione Lombardia pianifica la sua azione considerando l’importanza della prevenzione dell’Rsv investendo e delineando misure di assistenza e accesso alla terapia. Grazie a un approccio multidisciplinare basato sull’ecosistema sanitario, sensibilizziamo e valorizziamo l’importanza delle campagne vaccinali e dei trattamenti preventivi, quali elementi necessari per la salute dei nostri bambini e pazienti, assicurando un futuro sostenibile al nostro sistema sanitario». Vito Trojano, docente e presidente Nazionale Sigo, ha sottolineato nel suo intervento come «la prevenzione vaccinale Rsv in gravidanza è una grande opportunità di risoluzione per le polmoniti e bronchioliti neonatali».

Scarsa consapevolezza e sensibilità sulla reale diffusione della patologia

Tecla Mastronuzzi, responsabile macroarea prevenzione della Società italiana di medicina generale e delle cure primarie, ha precisato che «come Mmg posso dire che l’infezione da Rsv ci passa quotidianamente tra le mani e non ce ne accorgiamo, l’Rsv rappresenta una frequente causa di malattie respiratorie, specialmente nei neonati, nei bambini piccoli, ma anche negli anziani e nei pazienti immunocompromessi. Tuttavia ci manca la possibilità di diagnosticarlo, per lo meno nei nostri ambulatori, nelle case dei nostri pazienti e questo comporta una condizione di scarsa consapevolezza e sensibilità sulla reale diffusione della patologia di cui parliamo. In merito alla prevenzione della infezione da Rsv la strategia vincente è la prevenzione vaccinale, ma occorre ancora agire sulla educazione della cittadinanza».

Sindromi respiratorie acute attribuibili all’Rsv in Europa

Secondo Emanuele Nicastri, segretario della Società italiana di malattie infettive e tropicali, «il carico di malattia sulla popolazione adulta è sicuramente sottostimato rispetto a quella pediatrica per cui abbiamo dei dati consolidati. Ma in realtà, forse anche grazie all’avanzamento tecnologico del Covid e alla possibilità di fare tamponi molecolari in maniera molto più allargata anche per patogeni respiratori di natura virale, abbiamo un’evidenza di un carico di malattia legato all’Rsv importante sia negli over 60, sia nei pazienti con comorbidità. Parliamo in Europa di circa 3 milioni di sindromi respiratorie acute attribuibili all’Rsv, poco meno di mezzo milioni di ricoveri e circa 30mila decessi legati a questa patologia. Dallo scorso anno abbiamo a disposizione almeno due vaccini per la popolazione adulta e con comorbidità, ci auguriamo che questi possano essere utilizzati insieme alle altre vaccinazioni del paziente adulto, con o senza comorbidità».

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