neolaureati-farmaciadi Pasquale Petrella

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La nuova normativa nazionale che consente la presenza sul territorio di una farmacia ogni 3300 residenti anziché 4500, porterà a breve all’apertura su Prato di altre quindici farmacie e quattro verranno inaugurate negli altri comuni della Provincia per un totale di diciannove nuovi esercizi. A leggere questa notizia, quella delle farmacie sembra un settore in grande espansione ma la realtà è che ci sono almeno tre o quattro farmacie di quelle già esistenti che sono in grande sofferenza e a rischio chiusura a causa della forte crisi che si è insinuata anche in questa categoria. E le preoccupazioni non sono finite qui perché c’è un grosso rischio di imbarbarimento dell’intero settore visto che a Firenze e a Pistoia si sta facendo sempre più uso dei contratti per giovani neolaureati a 400 euro al mese, di cui la metà rimborsati dalla Regione, grazie all’iniziativa “GiovaniSì”. E su questo fronte qual è la situazione su Prato? «Nelle farmacie private fino ad oggi non ci sono casi di questo genere» dice il presidente dell’ordine dei farmacisti di Prato, Mario Tercinod. Ma lei cosa ne pensa? «Io credo che lo strumento creato dalla Regione sia giusto nel principio ma che abbia anche bisogno di essere fortemente seguito e controllato nell’applicazione altrimenti si rischia che qualcuno ne abusi – continua il dottor Tercinod – In una fase di crisi come questa, su Prato ho dei brutti segnali per tre o quattro farmacie che sono in sofferenza, c’è il rischio che lo stagismo diventi una scorciatoia per non assumere». «Mi chiedo – continua Tercinod – perché una farmacia dovrebbe assumere un dipendente se può avere un giovane neolaureato che la Regione gli consente di retribuire con 400 euro al mese, di cui 200 rimborsati dalla stessa Regione, per almeno sei mesi, rinnovabili per altri sei mesi? Senza contare che trascorso questo anno si può dire grazie al primo stagista e prenderne un secondo per un altro anno?» «E’ vero che la legge dice che questi giovani stagisti non possono essere impiegati in sostituzione dei dipendenti – continua il presidente dell’ordine dei farmacisti di Prato – ma chi controlla che ciò non avvenga? Credo che già il solo permettere di retribuire un neolaureato in Farmacia per un anno a 400 euro al mese sia un’aberrazione». «Penso che sia il caso di studiare bene la legge regionale per mettere dei paletti – aggiunge il vicepresidente dell’ordine pratese, Alessandro Rouf – Non vogliamo che la legge, seppur valida nei principi, si trasformi in un mero strumento di sfruttamento dei neolaureati. Nel nostro settore una simile normativa non c’è mai stata ecco perché siamo un po’ preoccupati. Già nessuno assume più dei dipendenti, se poi si permette di fare questo genere di contratto è chiaro che si disincentiva ancor di più a farlo». Ma un neolaureato in farmacia di quanto tempo ha bisogno per impratichirsi del mestiere? «In un paio di mesi un neolaureato può stare tranquillamente da solo dietro al banco a servire i clienti – dice il dottor Tercinod – Non vorremmo quindi che qualcuno abusasse di questo strumento per sostituire dipendenti che sono in malattia o in maternità o per le ferie estive. Ecco perché credo che questa legge regionale possa essere valida solo se accompagnata da controlli specifici – dice sempre il dottor Tercinod – Noi come ordine dobbiamo tutelare anche i giovani neolaureati e credo che dar loro 400 euro al mese per tutto un anno non sia giusto perché, ripeto, in un paio di mesi un neolaureato può essere già abbastanza bravo da saper fare bene il mestiere e quindi è giusto che possa guadagnare quando gli permetta di vivere». E non è finita qui. «Sì, bisogna aggiungere che questi stagisti non godono di alcun diritto legato all’anzianità e ai contributi – aggiunge il dottor Rouf – Non sono affatto dei dipendenti anche se la legge permette di poterli avere al servizio in una farmacia per tutto un anno. Come ordine dei farmacisti credo che sia un nostro dovere studiare bene questo genere di contratto e fare in modo che non si riveli uno strumento di sfruttamento». «La settimana scorsa ho partecipato ad un convengo nazionale a Roma della nostra categoria – racconta Rouf – I segnali di crisi ci sono dappertutto sul territorio e in Calabria e in Veneto si sono registrati anche i primi fallimenti di farmacie. Chi pensa che il nostro sia un settore ricco, sbaglia. La situazione economica delle farmacie nella parte di ricavo derivante dal Servizio sanitario nazionale è ferma al 2001 e negli ultimi tre anni è diminuito del 25 per cento. Oggi il valore medio di una ricetta è sui tredici euro, fino a qualche anno fa era sui venti. Le farmacie si salvano solo grazie alla vendita degli altri prodotti da banco». Insomma l’iniziativa della Regione “GiovaniSì” nel settore delle farmacie rischia di diventare un boomerang nei confronti degli stessi giovani che verrebbero sfruttati e mai assunti. Nelle farmacie private questo genere di contratto non è ancora entrato in funzione ma non è escluso che presto qualcuna ne faccia richiesta visti i tempi di grande crisi. A Prato, sui duecentonovantadue farmacisti iscritti all’ordine, ce ne sono almeno una trentina che sono disoccupati. «C’è da dire che molti dei nuovi iscritti sono giovani che si sono laureati in altre città e che sono venuti ad iscriversi al nostro ordine con la speranza di avere più facilità a trovare un posto di lavoro – conlcude il dottor Tercinod – A qualcuno riesce, per qualcun’altro è un po’ più difficile e con la possibilità di questi nuovi contratti abbiamo paura che il fronte delle assunzioni potrebbe assottigliarsi ancor di più, ecco è giusto controllare affinchè uno strumento valido nei principi non si riveli un capestro per le assunzioni». ©RIPRODUZIONE RISERVATA

Il Tirreno Prato

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