Aumento della spesa per acquisti diretti: criticità e divari regionali. È quanto emerso dal consuntivo 2024 della spesa farmaceutica, pubblicato dall’Aifa il 29 luglio 2025, che ha messo in luce lo sforamento di 4,016 miliardi di euro rispetto al tetto previsto per gli acquisti diretti da parte delle Regioni. L’incidenza sul Fondo sanitario nazionale (Fsn) ha raggiunto l’11,32%, in crescita rispetto al 10,53% del 2023. Tra i fattori determinanti, l’invecchiamento della popolazione, l’aumento dei costi dell’innovazione, e il trasferimento di alcuni farmaci dal fondo innovativi alla diretta.

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Differenze regionali per gli acquisti diretti

Le differenze territoriali sono marcate: la Sardegna ha registrato il valore più elevato (13,48% del Fsr), seguita da Campania (13,21%) e Friuli Venezia Giulia (13,15%). Lombardia (9,44%), Trento e Valle d’Aosta si sono attestate sotto la soglia del 10%. La spesa complessiva per acquisti diretti ammonta a 15,056 miliardi, con un’ulteriore quota di 249 milioni destinata ai gas medicinali.

Spesa convenzionata e farmaci innovativi: avanzi non sfruttati

La farmaceutica convenzionata ha chiuso il 2024 con un avanzo di 691 milioni di euro, portandosi a 8,353 miliardi (6,28% del Fsn vs. il 6,34% del 2023). Il dato riflette il miglior controllo dei costi, pur rimanendo criticità legate alla variabilità regionale. Per quanto riguarda i farmaci innovativi, la spesa netta (775 milioni) è stata interamente coperta dal fondo dedicato (1,3 miliardi), lasciando un residuo di oltre 500 milioni. Tale risorsa, non utilizzata per compensare lo sforamento degli acquisti diretti nel 2024, potrà essere riallocata nel 2025 con la determina Aifa del 12 luglio.

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