Anticipando di qualche tempo i dati annuali pubblicati a cura dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), Assogenerici, organo di rappresentanza dell’industria dei farmaci generici equivalenti e biosimilari in Italia, ha reso noti i dettagli degli andamenti del comparto unbranded, ovvero dei farmaci senza marchio, relativi all’anno 2018. Dal rapporto, realizzato dal Centro studi Assogenerici su dati Iqvia, emerge che la quasi totalità del giro di affari dei farmaci di classe A è costituito da generici “puri”, pari al 90%. Mentre, cresce l’uso dei biosimilari, a cui viene attribuito il 17% dei consumi su 12 molecole, con uno scostamento pari al 53,7%, rispetto al 2017.

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Poco più di una confezione su cinque, dispensata dalle farmacie territoriali, appartiene alla categoria dei farmaci equivalenti, pari al 22,23% del mercato a confezioni, in leggero aumento del 0,76% rispetto al 2017, ovvero il 13,8% del mercato a valori, con un incremento dell’1,4% rispetto al 2017. Secondo quanto spiega Assosalute, «l’analisi degli andamenti nel canale farmacia evidenzia una performance positiva – anche se meno brillante rispetto al 2017 – dei prodotti equivalenti (tutte le classi), con l’ultimo trimestre dell’anno che chiude con una crescita dello 0,6% a unità e del 7,2% a valori, a fronte di un perdurante arretramento sia del mercato farmaceutico complessivo (-1,1% a unità e -1,6% a valori) sia del mercato dei branded a brevetto scaduto (-1,6% a unità e -3% a valori)».

I dati mostrano, tuttavia, un’ulteriore contrazione del mercato dei farmaci di classe A, rimborsati dal Servizio sanitario nazionale, confermando quanto affiora periodicamente dal “Monitoraggio della spesa farmaceutica nazionale e regionale”, a cura dell’Aifa. Nello specifico, spiega Assogenerici, «nel 2018 è proseguita anche la generale contrazione del mercato di classe A rimborsato dal SSN nel canale farmacia». Vale a dire che «le confezioni rimborsate sono scese dello 0,9% rispetto ai 12 mesi del 2017», mentre «la spesa del 3,8%». Inoltre, il rapporto rileva «il calo del 16,6% la spesa relativa ai prodotti ancora coperti da brevetto (-12,6% a confezioni) e in crescita invece la spesa per gli equivalenti +8,7% (+3,3% a confezioni) rispetto al precedente anno».

Con riferimento alla diffusione degli equivalenti sul territorio nazionale, resta inalterata la tradizionale polarizzazione dei consumi: «Il ricorso alle cure equivalenti – si legge nel rapporto – continua a salire al Nord (36,8% a unità e 27,8% a valori), più lentamente al Centro (27,2% a unità; 21,1% a valori) e al Sud (21,9% a unità e 16,8% a valori), a fronte di una media Italia attestata al 29,7% a confezioni e al 22,7% a valori».

Infine, per il canale ospedaliero, «nel 2018 i prodotti equivalenti hanno assorbito il 27,3% del mercato a volumi e il 6,4% del mercato a valori, in un panorama caratterizzato dalla predominanza assoluta dei prodotti in esclusiva, titolari del 33,5% dei volumi e del 92,8% del giro d’affari di settore».

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