mercato farmaceutico europeoIl mercato europeo dei farmaci resta in testa alle classifiche mondiali, per l’anno del 2013. I risultati sono stupefacenti: per un valore calcolato di 156,9 miliardi di euro, e con un volume d’esportazioni che supera i 107,4 miliardi, l’Unione Europea ha presentato il maggiore mercato di farmaci al mondo. L’industria farmaceutica del Vecchio continente non è stata da meno: si è dimostrata infatti una delle industrie europee più produttive in assoluto, con un fatturato che ha raggiunto nel 2012 il valore di 220 miliardi.
Un risultato ottimale quello presentato alle industrie dal documento della Commissione Europea intitolato “L’industria farmaceutica: un settore strategico per l’economia europea”, sul quale si è espresso anche Luca Pani, il direttore dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), con evidente soddisfazione per l’esito positivo dell’anno ma anche reclamando fermamente la necessità di confermare “poche regole” a livello comunitario nel campo farmaceutico, ma la cui certezza e ineludibilità sia inscalfibile; Pani prosegue sottolineando l’importanza del fatto che tali regole si dimostrino etiche e trasparenti, per poter rispondere all’interesse di tutti. Il suo riferimento è chiaro ed esplicito: proprio nelle “maglie della deregolamentazione” si possono annidare dei pericoli che egli definisce insidiosi.
E tali concetti devono essere, a suo parere, presi in considerazione con più decisione proprio in virtù di risultati numerici ed economici così positivi. Prosegue Pani asserendo che in un contesto evidentemente “ultra-globalizzato” come quello che si presenta nella situazione attuale, anche il mondo del farmaco si trasforma in modo pressoché radicale, dovendo confrontarsi con delle nuove terapie farmacologiche spesso più dispendiose di quelle precedenti, e con i progressi nella “conoscenza del genoma umano”, della biotecnologia e nella medicina di precisione.
Pani pone l’accento su un fenomeno che è sempre più in rilievo, e non solo nell’industria farmaceutica: la concorrenza, la quale preme sempre di più specialmente quella che proviene dal continente asiatico. Il direttore dell’Aifa ricorda l’importanza di mettere i produttori europei nella condizione di competere con i nuovi concorrenti, senza però per questo “abdicare” al ruolo di tutela della salute dei consumatori che esse rappresentano.
Il problema delle reti illegali di vendita di prodotti farmaceutici tocca in modo considerevole il nostro contesto, tanto che Pani sottolinea l’importanza di consolidare il sistema legislativo e regolamentare europeo, così da “potenziare i rapporti con le autorità pubbliche” sia dei Paesi che hanno appena intrapreso una concorrenza sul mercato europeo, sia con quelle dei Paesi che lo fanno già da tempo, per potersi proteggere contro la considerevole minaccia -evidentemente non solo economica- di un mercato illegale di vendita di farmaci.
La sfida non termina certamente qui: il direttore ricorda, fra l’altro, il processo delicato di Sviluppo e di Ricerca nel campo farmaceutico, i cui costi sono in aumento continuo ed ininterrotto. Un breve confronto potrà rendere l’idea: se nel 1975 portare sul mercato dell’industria un nuovo farmaco prevedeva un costo stimato di circa 150 milioni di euro, dal 2010 al 2012 la stessa manovra subiva un aumento del costo di almeno il 18%, fra le spese per la scoperta del principio attivo e quelle del lancio sul mercato. Oggi, in Europa, introdurre nel commercio un nuovo farmaco viene a costare una cifra come circa un miliardo di euro. E, sottolinea Pani, non sempre tali sforzi -economici, ma anche di ricerca- portano ad un risultato positivo. Il sospetto, conclude il direttore dell’Aifa, è quello che forse si debba addivenire ad un nuovo, e correttamente riformato, modello per la Ricerca e lo Sviluppo dei prodotti Farmaceutici nel Continente Europeo.

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