farmacista-a-processoEx candidato sindaco a processo per truffa. È un’accusa che in caso di condanna gli costerà l’esercizio della professione. Protagonista della vicenda Luciano Ferrari, farmacista 55enne di Monfumo e già candidato alle elezioni per diventare primo cittadino del paese, finito a processo per truffa aggravata ai danni del servizio sanitario nazionale. Una storia che sembra paradossale, soprattutto a fronte della linea difensiva del professionista, assistito dall’avvocato Massimiliano Robba, visto che gli inquirenti contestano all’uomo di essersi appropriato senza averne diritto di 908 euro in 22 mesi, poco più di 41 euro al mese. Il procedimento penale prende spunto da un controllo effettuato dai carabinieri del Nas nella farmacia di Monfumo gestita dal 55enne. I militari avevano trovato nella farmacia 96 confezioni di medicinali senza “fustella” (la strisciolina adesiva che viene appiccicata sulla ricetta mutuabile). Il passo successivo degli inquirenti fu che, in difetto delle fustelle, 69 delle confezioni “incriminate” sarebbero la prova che il farmacista avrebbe incassato rimborsi non dovuti dall’Usl per i farmaci. Per l’appunto i 908 euro in 22 mesi, dal settembre 2010 al luglio 2011. Il farmacista, dal canto suo, ha sempre respinto le accuse. «Quei farmaci», spiega l’avvocato Robba, «gli erano stati riportati da pazienti che, non avendone più bisogno, li mettevano a disposizione di altri pazienti che dovevano ancora venire a ritirarli. Non è il primo caso simile che mi capita ma è il primo che non viene archiviato». Il processo è stato aggiornato a febbraio. Nel maggio 2011 Ferrari era alla sua prima candidatura a sindaco. Il farmacista, che era sceso in campo con la lista di centrodestra Nuova Monfumo. Nelle scorse settimane, in Campania, migliaia di farmaci scaduti e senza fustelle, già però rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale, sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza in una farmacia. Quella che sembrava all’apparenza un’avviata e rifornita farmacia aveva messo in piedi un escamotage per gonfiare i propri rimborsi dalla Asl, a fronte della vendita di farmaci a carico del Servizio Sanitario Nazionale: migliaia di prescrizioni mediche spedite alla ASL per ottenere indebiti rimborsi, senza che ai pazienti venisse consegnata una sola pillola. All’interno della farmacia, infatti, occultate su alcuni scaffali, i finanzieri hanno trovato migliaia di confezioni di farmaci privi delle fustelle adesive che i farmacisti applicano sulle prescrizioni mediche, per ottenere il rimborso.

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La Tribuna di Treviso – Ed. nazionale

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