
Secondo l’Unione Tecnica Italiana Farmacisti (Utifar), l’iniziativa «evidenzia la grande attenzione che le farmacie italiane rivolgono ai cittadini e soprattutto, in questo caso, agli ultrasettantacinquenni non deambulanti per patologia cronica o grave che non abbiano a disposizione persone che possano recarsi in farmacia per loro conto. In questo momento di difficoltà generale i farmacisti investono volentieri le proprie risorse a favore dei soggetti più fragili». Tuttavia, tale attenzione «non deve essere interpretata come un indirizzo verso la consegna domiciliare»: secondo il presidente dell’associazione di categoria, Eugenio Leopardi, «il farmaco deve continuare ad essere dispensato in farmacia».
Per questo, «chi non è impossibilitato per motivi di salute ad andare personalmente ad acquistare i farmaci di cui necessita deve mantenere il proprio contatto diretto con il farmacista», dal momento che esso «rappresenta certamente una sicurezza maggiore per il paziente che può domandare spiegazioni sulla posologia, ma anche sui diversi confezionamenti che, al tempo dei generici, possono rappresentare un motivo di confusione per i cittadini». L’Utifar sottolinea infatti che, secondo una propria indagine, un cittadino su tre che entra in farmacia ne esce con un consiglio utile. «Si tratta di un dato significativo – conclude Leopardi – che conferma il ruolo della farmacia nel tessuto sociale italiano, nonché l’importanza di entrare personalmente nei negozi, evitando di delegare, quando possibile».
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