La transizione verso modelli di cura territoriali e digitali è percepita come un progresso dall’85% dei pazienti, secondo i risultati dello studio Prosafe. La ricerca, realizzata con il sostegno di Roche Italia in collaborazione con l’Università di Verona e le Associazioni del Patient Safety Council – Amici, Fedemo, La Lampada di Aladino, Walce –, ha coinvolto 417 partecipanti, di cui l’81% affetto da patologie croniche. Il 45% presentava comorbilità e il 70% era in politerapia, condizioni che aumentano i rischi legati alla sicurezza terapeutica.

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Tra opportunità e criticità: il nodo della continuità assistenziale

Francesca Moretti, docente e responsabile scientifico dello studio, ha osservato che «le conoscenze emerse dal progetto Prosafe non solo sono scientificamente valide, grazie al rigoroso approccio metodologico su cui l’Università ha basato la ricerca, ma anche direttamente rilevanti e allineate alle esigenze e priorità della comunità che ha attivamente contribuito a svilupparle. La sua forza sta proprio in questo: parliamo di una ricerca partecipativa in cui i pazienti stessi, tramite le loro associazioni di rappresentanza, hanno avuto un ruolo di primo piano nella costruzione del questionario, dalla scelta delle tematiche all’elaborazione delle domande, alla diffusione del questionario all’interpretazione dei risultati».

Transizione verso medicina di prossimità e assistenza digitalizzata

Luisa De Stefano, patient partnership leader, e Andrea Ilaria Zotti, patient safety leader di Roche Italia, hanno evidenziato che «i vantaggi della transizione del sistema verso la medicina di prossimità e l’assistenza digitalizzata sono stati generalmente compresi e sostenuti dai pazienti. Ciò che è importante sottolineare, però, è che emergono due bisogni fondamentali: un maggiore grado di informazione e formazione sull’utilizzo degli strumenti digitali e la rassicurazione che la medicina di prossimità si traduca in un’evoluzione positiva del contesto di cura per rispondere a tutti i bisogni dei pazienti, compresa la gestione della terapia dal punto di vista della sicurezza. Sono fronti sui quali continueremo a lavorare per facilitare il ruolo attivo e il dialogo tra tutti gli stakeholder, con un’attenzione alla gestione in sicurezza della terapia».

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