Marco Cetini è un farmacista che per anni è stato titolare di una parafarmacia. È candidato alle prossime elezioni amministrative a Torino per il consiglio comunale, con la lista Progetto per Torino, in coalizione con il centrosinistra. Ed è anche presidente di una Onlus torinese che coordina progetti di sviluppo e assistenza sanitaria. Per lui, la completa liberalizzazione dei farmaci di fascia C potrebbe rappresentare un impulso importante per l’economia cittadina.
«Nelle parafarmacie – spiega in un’intervista pubblicata sul sito della lista elettorale – tanto in quelle in cui la proprietà è in capo a soli farmacisti, quanto in quelle che vedono la presenza di persone fisiche non farmacisti, o di società di capitali, la legge dispone che sia sempre presente un farmacista, per tutelare la salute dei consumatori. Nelle farmacie il servizio prestato è legato alla cinghia di trasmissione che collega medico prescrittore, (Ssn o privato, poco importa) – farmacista dispensatore – cittadino che fruisce. Invece nelle parafarmacie gran parte del servizio si realizza sotto forma di fidelizzazione e consulenza alla persona oppure per semplice richiesta (o prelievo in self-service) di farmaci ed integratori. Conseguentemente si ha maggiormente un approccio di tipo preventivo e di accompagnamento. Semplificando, si può affermare che le parafarmacie rispondano ad un esigenza complementare per la domanda di salute, rispetto a quanto viene offerto mediamente dalle farmacie». Peraltro, prosegue Cetini, oggi «le farmacie stanno diventando anche erogatori capillari di servizi professionali da parte di altre professioni sanitarie, mentre le parafarmacie si limitano a consentire alcuni servizi accessori, variabili di regione in regione». Il candidato ricorda che nelle parafarmacie oggi lavorano «circa novemila persone» e che «nelle parafarmacie “su strada” si sono registrati sconti di circa il 13% ed in quelle dei corners della grande distribuzione di oltre il 20%. Il che per il solo Piemonte ha comportato un risparmio calcolato complessivamente per i cittadini, fra 2007 e 2011, in circa 50 milioni di euro». Per questo Cetini propone che l’esperienza delle parafarmacie venga sostenuta dal comune di Torino, «valorizzando la loro specificità socio-economica e, in secondo luogo, agendo sulla leva fiscale con sgravi che aiutino in questa particolare contingenza».
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