Per il governo, «il diritto alla salute è un optional di cui liberarsi riducendo all’osso il campo d’azione del Servizio sanitario nazionale che, pezzo dopo pezzo, viene sostituito dalla sanità privata». Il duro attacco è lanciato dal Movimento 5 Stelle che punta il dito contro il piano di riforme del ministro Beatrice Lorenzin, il cui obiettivo, secondo i parlamentari grillini, sarebbe quello di «smantellare il Ssn: una realtà che cercano di nascondere dietro frasi vuote e annunci fumosi per tenere buoni i cittadini, i quali però si sono già resi conto da un pezzo delle conseguenze in atto, frequentando ogni giorno le strutture sanitarie».
Secondo i deputati e senatori del M5S presenti nelle commissioni Affari Sociali dei due rami del Parlamento, i tagli che sono previsti ai capitoli della spesa sanitaria dal governo Renzi «porteranno all’aumento dei costi a carico dei cittadini». Per questo già nello scorso mese di maggio era stato lanciato un appello alle regioni affinché non accettassero le sforbiciate. Conseguentemente, «crescerà il numero di persone che rinunceranno a curarsi perché impossibilitate economicamente. Un ministro, un governante, ha il dovere di parlare al Paese solo quando ha le idee chiare: non è accettabile il teatrino degli annunci, al quale la stampa si presta con discutibile disinvoltura, fatto di frasette e affermazioni che dentro contengono tutto e il contrario di tutto. La verità è che né a Lorenzin né a Gutgeld (commissario alla revisione della spesa e parlamentare del Pd, ndr) abbiamo mai sentito spendere una singola parola sui grandi sprechi nella sanità, attraverso i quali si potrebbero ottenere risparmi senza intaccare il sistema e le prestazioni». In particolare, «sulla razionalizzazione della spesa, accorpando le centrali d’acquisto, con risparmi per miliardi di euro, il governo fa chiacchiere da due anni. Stessa cosa per la digitalizzazione del Ssn (parlavano di risparmi per 8 miliardi di euro). Anche qui, tutto tace. Capitolo auto blu e grigie: sono almeno 50 mila, un esercito. Riducendone il numero e razionalizzandone l’uso si potrebbe risparmiare fino a un miliardo».
I parlamentari del Movimento 5 Stelle ricordano quindi la grave problematica legata alla corruzione: «Il ministro parla di differenze e disomogeneità tra i servizi erogati dalle Regioni, ma su questo tema non cita mai l’incidenza fortissima della corruzione, calcolata in 6 miliardi di euro, rispetto alla quale lo Stato centrale non esercita il potere di controllo e di contrasto ai conflitti d’interesse». Conclusione: «È evidente che da parte del governo manca la volontà politica di andare ad aggredire i veri vizi del nostro Ssn e, al contempo, è in atto una precisa strategia politica: il diritto alla salute deve diventare un optional».
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