L’emicrania è una delle principali cause di disabilità neurologica a livello globale, colpendo circa il 15% della popolazione. Nei pazienti obesi, questa condizione tende a manifestarsi in forma più severa, in quanto gli attacchi sono più frequenti, più intensi e meno responsivi alle terapie convenzionali. Un recente studio, condotto dal Dipartimento di Scienze Neurologiche dell’Università Federico II di Napoli, ha evidenziato il potenziale terapeutico della liraglutide, un agonista del recettore Glp-1 già utilizzato nel trattamento del diabete di tipo 2 e dell’obesità, come trattamento aggiuntivo nella prevenzione dell’emicrania refrattaria.

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Disegno dello studio pilota

Lo studio ha coinvolto pazienti affetti da emicrania cronica o ad alta frequenza, con un indice di massa corporea superiore a 30 e risposta inadeguata ad almeno due terapie preventive, inclusi gli anticorpi monoclonali anti-Cgrp. Ai 31 partecipanti è stato somministrato liraglutide per 12 settimane, mantenendo inalterati i trattamenti in corso. L’obiettivo primario era valutare la variazione nella frequenza mensile degli attacchi rispetto al basale e analizzare eventuali correlazioni con il peso corporeo o altri parametri clinici.

Riduzione significativa della frequenza degli attacchi emicranici

Al termine delle 12 settimane, la frequenza media mensile degli attacchi si è ridotta in modo significativo, passando da 19,8 a 10,7 giorni. Quasi la metà dei pazienti ha riportato una riduzione di oltre il 50% nella frequenza delle crisi, mentre uno su quattro ha ottenuto un miglioramento ancora più marcato. Parallelamente, anche il punteggio Midas, indicatore della disabilità associata all’emicrania, si è quasi dimezzato. Il calo ponderale, invece, è risultato minimo e non statisticamente significativo, suggerendo che l’effetto del farmaco sull’emicrania non dipende dalla perdita di peso.

Un possibile meccanismo d’azione, legato alla pressione intracranica

Gli autori ipotizzano che l’efficacia della liraglutide sia legata alla riduzione della pressione intracranica, fattore sempre più riconosciuto nella fisiopatologia dell’emicrania, soprattutto nei soggetti obesi. Studi preclinici e clinici su pazienti con ipertensione intracranica idiopatica hanno dimostrato che gli agonisti Glp-1 possono ridurre la produzione di liquido cerebrospinale e abbassare i livelli del peptide Cgrp, molecola chiave nella trasmissione del dolore emicranico.

Implicazioni cliniche e prospettive future

I risultati di questo studio aprono nuove prospettive terapeutiche per i pazienti con emicrania cronica e obesità. Liraglutide potrebbe, infatti, rappresentare il primo trattamento capace di prevenire la liberazione di Cgrp alla fonte, anziché limitarne soltanto l’azione. Tuttavia, saranno necessari studi clinici randomizzati, con campioni più ampi e un follow-up più esteso, per confermare questi promettenti risultati.

Dr. Paolo Levantino

Fonte: Braca S, Russo CV, Stornaiuolo A, Cretella G, Miele A, Giannini C, De Simone R. Effectiveness and tolerability of liraglutide as add-on treatment in patients with obesity and high-frequency or chronic migraine: A prospective pilot study. Headache. 2025 Jun 17. doi: 10.1111head.14991.

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