In un editoriale pubblicato da Assofarm, il segretario Francesco Schito si è soffermato sulla crucialità di un intervento “green” anche sul settore delle farmacie. Il dirigente ha ricordato che «la risposta all’emergenza Covid e il successivo processo di riforma del Sistema Sanitario territoriale hanno comprensibilmente monopolizzato ogni recente dibattito sul contributo della farmacia al futuro del paese. Oggi, in un contesto decisamente più stabile, riteniamo vi siano le condizioni per riflettere su altre tematiche non meno determinanti per la qualità della vita delle comunità in cui operiamo. In particolare, crediamo che la farmacia italiana possa impegnarsi maggiormente sul grande e variegato fronte della sostenibilità».

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Il tema della “greener pharmacy”

Alla luce di quanto evidenziato, Schito ha ricordato «un recente incontro dell’Unione europea delle farmacie sociali ha riservato un momento particolare al tema della cosiddetta “greener pharmacy”, cioè a quelle pratiche e politiche ecologiche volte a ridurre l’impatto ambientale delle attività farmaceutiche». Secondo Schito «stiamo parlando certamente del più classico complesso di azioni volte a ridurre l’impronta ecologica dei nostri presidi, utilizzando materiali e prodotti biodegradabili, ma anche procedure che calano la produzione dei rifiuti e aumentano il riciclo dei materiali, che adottano tecniche di conservazione dell’energia e utilizzano fonti rinnovabili».

L’approccio integrato per una farmacia green

Per Schito «le farmacie “green” non si fermano alla propria organizzazione, ma estendono la propria azione verso il mercato, preferendo nella propria offerta prodotti con eccipienti non dannosi per l’ambiente – sposando così appieno la filosofia One Health –, proponendo servizi educativi e di consulenza ai cittadini al fine di incoraggiare scelte di vita più ecologiche e sostenibili». Secondo Schito «le green pharmacy tutte insieme potrebbero attivare una vera e propria azione di sensibilizzazione sulla filiera per spingere l’industria farmaceutica a ridurre le componenti non biodegradabili di farmaci e della plastica utilizzata per il blisteraggio».

Lo sviluppo del concetto “green” nelle farmacie comunali

Con riferimento alle farmacie comunali, secondo Schito «siamo di fronte a un approccio olistico non solo del problema, ma anche fortemente coinvolgente verso tutti i soggetti (dai produttori ai cittadini) coi quali interagiamo. Un approccio non sappiamo quanto diffuso tra le circa 20mila farmacie italiane ma che certamente rientrerà nei futuri programmi di sviluppo delle nostre farmacie comunali. Tra tutti gli aspetti che dovremo migliorare secondo comportamenti più responsabili, ve n’è uno in particolare che dovrebbe avere una priorità assoluta. L’antibiotico resistenza, ovvero il fenomeno in cui i batteri e altri microrganismi diventano resistenti agli effetti degli antibiotici, è ormai una preoccupazione globale».

Le conseguenze attuali del fenomeno sono già gravi

Come riferito da Schito «secondo i dati dell’Oms, almeno 700mila persone muoiono ogni anno a causa di infezioni resistenti agli antibiotici. Le prospettive per il futuro sono però ancor più allarmanti. Un rapporto dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) del 2018 ha evidenziato che la resistenza agli antibiotici potrebbe causare fino a 3,5 milioni di decessi l’anno nel prossimo futuro. Alcune stime suggeriscono che entro il 2050 potrebbero verificarsi nel mondo fino a 10 milioni di morti in più all’anno, pari al tasso dei decessi per cancro nel 2020». Il dirigente puntualizza che «siamo insomma di fronte a un dramma sanitario globale nelle dimensioni, e terribilmente grave nelle sue conseguenze» e dunque «le risposte a esso dovranno necessariamente passare dalle istituzioni internazionali e nazionali. Operativamente però, le farmacie possono giocare un ruolo importante».

Il tema del deblistering e i benefici

Schito ha concluso che «la personalizzazione delle dosi da parte del farmacista, tema che Assofarm caldeggia da tempo, produrrebbe il duplice beneficio di impedire l’abuso assuntivo di antibiotici (col relativo effetto-assuefazione a essi) e al contempo di evitare lo spreco di risorse economiche spese in farmaci in esubero rispetto alla terapia prescritta. Se c’è una cosa che abbiamo imparato dalla vicenda pandemica è che ogni farmacia, indipendentemente dalle dimensioni o dall’ubicazione, è un collegamento insostituibile tra i grandi piani sanitari e ogni angolo territoriale del nostro Paese. Dovremo sfruttare questa consapevolezza anche per le sfide sanitarie che il futuro non mancherà di porci di fronte».

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