«Federfarma continua a manipolare la realtà e la corretta informazione, nascondendosi dietro argomentazioni che suonano come scuse, avanzate al solo scopo di difendere interessi corporativi, a discapito di quelli dei cittadini e del Paese». È con queste parole che Conad ha voluto replicare ad una nota pubblicata dal sindacato dei titolari di farmacia, che all’indomani di un convegno organizzato da Ancd Conad aveva dichiarato che «quando sotto i riflettori c’è il gruppo Conad, ogni evento o uscita pubblica è buono per parlare di mancate liberalizzazioni e di concorrenza che in Italia non c’è. Il tutto ovviamente per rivendicare il farmaco con ricetta al supermercato». In particolare, Federfarma ha parlato di «manipolazione della realtà» in merito alla citazione di una classifica sulla concorrenza stilata dall’Istituto Leoni, secondo la quale l’Italia totalizza 70 punti contro dati ben più alti di Gran Bretagna, Spagna e Paesi Bassi. «In nessuno dei Paesi che guidano la classifica i medicinali con ricetta sono venduti al supermercato. Restano invece affidati alla distribuzione esclusiva delle farmacie, perché anche dove vige la dottrina della massima libertà economica, come nel Regno Unito e in Olanda, si riconosce che un conto è la concorrenza e un altro la tutela della salute pubblica». Inoltre, prosegue il sindacato, «in due dei tre Paesi che eccellono a livello europeo per “liberomercatismo” (sempre Gran Bretagna e Paesi Bassi), la proprietà delle farmacie non è limitata ai soli farmacisti ma anche alle società di capitale, proprio quanto prevede quel Ddl Concorrenza che per Conad e gdo sarebbe acqua fresca o poco più».
La catena di supermercati ha replicato spiegando che «ciò che Federfarma si guarda bene dal dire è che nelle parafarmacie italiane, private e della Gdo, è obbligatoria, per legge, la presenza del farmacista. Un professionista, con le stesse competenze e la stessa abilitazione dei colleghi che operano nelle farmacie private. È questa la sostanziale differenza tra il contesto italiano e quello estero citato da Federfarma, che non perde occasione per menzionare un altro suo cavallo di battaglia, quello della tutela della salute. Altra argomentazione debole, considerando che nelle parafarmacie i farmaci di Fascia C sarebbero venduti solo dietro presentazione della ricetta medica, proprio come nelle farmacie private».
Quanto alle società di capitale, secondo Conad, «l’apertura nelle attuali condizioni, cioè a mercato chiuso, favorirebbe la nascita di oligopoli, a vantaggio non certo dei cittadini, ma delle multinazionali e di quei farmacisti interessati a vendere la proprietà prima di essere fagocitati dai grandi gruppi. Ciò di cui Federfarma fatica a preoccuparsi è la tutela del potere d’acquisto dei cittadini, un tema, al contrario, a cui Conad è da sempre attenta. Sui farmaci di Fascia C l’unica via per abbassare i prezzi è promuovere “vere” liberalizzazioni».
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