
La catena di supermercati ha replicato spiegando che «ciò che Federfarma si guarda bene dal dire è che nelle parafarmacie italiane, private e della Gdo, è obbligatoria, per legge, la presenza del farmacista. Un professionista, con le stesse competenze e la stessa abilitazione dei colleghi che operano nelle farmacie private. È questa la sostanziale differenza tra il contesto italiano e quello estero citato da Federfarma, che non perde occasione per menzionare un altro suo cavallo di battaglia, quello della tutela della salute. Altra argomentazione debole, considerando che nelle parafarmacie i farmaci di Fascia C sarebbero venduti solo dietro presentazione della ricetta medica, proprio come nelle farmacie private».
Quanto alle società di capitale, secondo Conad, «l’apertura nelle attuali condizioni, cioè a mercato chiuso, favorirebbe la nascita di oligopoli, a vantaggio non certo dei cittadini, ma delle multinazionali e di quei farmacisti interessati a vendere la proprietà prima di essere fagocitati dai grandi gruppi. Ciò di cui Federfarma fatica a preoccuparsi è la tutela del potere d’acquisto dei cittadini, un tema, al contrario, a cui Conad è da sempre attenta. Sui farmaci di Fascia C l’unica via per abbassare i prezzi è promuovere “vere” liberalizzazioni».
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