La leishmaniosi è una minaccia sanitaria in costante espansione, favorita dalle trasformazioni ambientali e dal riscaldamento globale. Secondo i dati aggiornati dell’Istituto superiore di sanità (Iss) e del ministero della Salute, la patologia, trasmessa dal flebotomo, interessa ormai l’intero territorio nazionale. Aree tradizionalmente considerate a basso rischio, come le regioni settentrionali, registrano focolai endemici, con una sieroprevalenza canina che in alcune zone supera il 50%. L’adattamento del vettore a condizioni climatiche mutate, unito a pratiche agricole intensive e alla mobilità degli animali, ha ampliato la finestra temporale di attività del parassita, rendendo possibile la trasmissione anche nei mesi invernali.

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Dalla sorveglianza epidemiologica all’approccio integrato

Si è parlato di questo ed altro all’evento “Stop alla leishmania in 3Act”, promosso da Boehringer Ingelheim Animal Health con il patrocinio di Anmvi, nel quale esperti nazionali e internazionale hanno analizzato l’evoluzione della malattia. Emanuele Ferraro, Head of Pets&Equine Boehringer Ingelheim Animal Health, ha evidenziato di essere «fermamente convinti che il ruolo del veterinario sia cruciale in questo contesto e per questo vogliamo fare la nostra parte per costruire un futuro in cui la salute venga vista in modo globale, integrato e sostenibile. La partnership tra privato, associazioni e medici veterinari può generare un importante valore aggiunto in ottica One Health e, con questo momento di confronto, vogliamo darci l’opportunità di applicare questa attenzione all’interconnessione della salute umana e animale nella pratica clinica quotidiana».

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